Marano. Vi confesso che ogni volta che vengo a conoscenza di un sequestro ai danni del boss di turno, ho subito un sussulto di piacere. Amo l’idea di uno Stato autoritario che distrugge la feccia per poi ricostruire dalle macerie qualcosa di pulito, qualcosa di utile alla comunità. Così, quando il 6 settembre scorso, lessi sull’albo pretorio del Comune di Marano che era stata esperita una gara d’appalto da 1,6 milioni di euro per la sistemazione esterna dell’asilo nido di Largo Dalla Chiesa (area confiscata alla camorra) e che i lavori erano stati assegnati definitivamente alla ditta aggiudicataria, a stento riuscii a trattenermi dall’esultare come un bambino di fronte al giocattolo preferito. Purtroppo, quella che in un primo momento mi sembrava una notizia positiva, dopo qualche minuto e le dovute riflessioni, divenne l’ennesimo esempio di miopia amministrativa. Una miopia che a mio avviso rasenta la più totale ed incondizionata stupidità. Il perché è semplice: la scuola di cui ci si preoccupa di sistemare gli spazi esterni non esiste. O meglio esiste solo sulla carta, un foglio fra tanti in possesso dell’ufficio tecnico di Marano. Un progetto bloccato, sul quale la Regione Campania ha investito 750.000 euro (mai stornati e quindi ancora disponibili), destinati alla costruzione della struttura, da sommarsi agli 1,6 milioni di euro stanziati dall’Europa per la sistemazione degli spazi esterni e di un asilo nido, che, ricordiamo, risulta essere fantasma.
Ora vi starete chiedendo: "Perché questa scuola non si fa? Se il denaro c’è, il progetto è ben definito, cos’è che manca?"
Evidentemente manca la volontà di opporsi a quelli che personalmente considero “poteri occulti”. Poteri ai quali troppe volte ci si inchina con sudditanza, sperando poi di vivere tranquilli. Cosa me lo fa pensare? Ve lo spiego subito. Non tutti sanno che nel piano economico dell’opera sono previsti 120'000 euro destinati al completamento dell’esproprio del terreno. Cosa molto strana, perché il lotto di terra in questione è già di proprietà del Comune, in quanto bene confiscato alla camorra. Quindi quella somma di denaro non ha motivo di esistere se non per una squallida forma di rispetto verso chi, come un cancro, avvelena la nostra società. Morale della favola, quella che sarebbe dovuta essere un’opera simbolo del potere dello Stato sulla criminalità organizzata, oggi non è altro che l’ennesima sconfitta della legalità.