"Wolf Girl & Black Prince": nulla è come sembra!

Mercoledì, 18 Febbraio 2015 09:53
  

I manga sono l'universo parallelo di tantissimi nerd, una dimensione in cui rifugiarsi, per distaccarsi completamente dalla realtà quotidiana sempre più pesante. Un universo personale, dove niente può interferire né disturbare la nostra quiete: leggerli significa anche confrontarsi con un mondo ed una società diversa in tutto e per tutto dalla nostra, una realtà che stimola continuamente la fantasia dei lettori.


Sfogliando le pagine del manga di Ayuko Hatta Wolf Girl & Black Prince, ci rendiamo conto che i fumetti, ormai, sono estremamente realistici, nel senso che si avvicinano un po' di più alla nostra realtà, abbandonando quel rigore che sa tanto di vecchio e stantio persino per gli stessi giapponesi: quel muro immaginario che divide la cultura nipponica e quella occidentale si sta parzialmente sgretolando.


La Hatta ha scelto di lasciare la via vecchia per intraprenderne una nuova; estirpato il problema del bullismo, ormai trito e ritrito ed etichettato come "vintage", le nuove generazioni di shojo, come questo, s'incentrano su temi più attuali, nello specifico su due in particolare, il primo è il sesso. È come uno di quei cavalli vincenti su cui si punta sempre per sentirsi sicuri, ed in questo caso la mangaka è stata furba per cercare di emergere dalla massa. Da argomento secondario, è stato messo più in risalto, camminando di pari passo col tema centrale - l'amore - e viene trattato in modo più aperto e maturo, ma al tempo stesso sottile.


Dopo lo straordinario successo in Giappone, questo fumetto è tra gli shojo più venduti anche in Italia. Una storia spensierata, non priva degli ingredienti base di uno shojo, in cui l'autrice non ha disegnato i soliti personaggi, che sembrano messi a caso in una storia. Basta con i soliti ragazzi troppo buoni onesti e sinceri da non sembrare neanche lontanamente esseri umani. Ayuko Hatta ha rappresentato dei ragazzi che assomigliano molto anche agli adolescenti italiani, occidentali, con le stesse problematiche nei rapporti interpersonali. Così facendo, la mangaka ha reso più naturale e semplice l'immedesimazione del pubblico con uno o più protagonisti.

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