Durante le vacanze di Natale, ho sentito il bisogno di essere un po’ più vicina ai miei ricordi d’infanzia e così ho deciso di leggere il romanzo da cui è tratto un film che possedevo in VHS e che ho visto e riavvolto almeno un centinaio di volte quando ero bambina: La storia infinita (1979), dello scrittore tedesco Michael Ende.
È un luogo molto comune pensare che i film tratti da romanzi siano spesso troppo sintetici e, mai come in questo caso, si può affermare che il film sia ben più che riassuntivo rispetto alla storia vera. Del resto, sarebbe impossibile riprodurre l’intero romanzo su pellicola; a meno che non gli si dedichi una saga di almeno una decina di stagioni.
L’aggettivo “infinita” però, non allude di certo alle dimensioni del romanzo (che, in effetti, sembra non finire più!), ma si riferisce alla storia narrata nel metaromanzo al testo. Il libro, infatti, si sviluppa su due binari: da un lato la storia di Bastiano Baldassarre Bucci, un ragazzino grassoccio e impacciato che legge avidamente un enorme libro rilegato con una seta color rubino e, dall’altro, le vicende narrate nel suddetto volume dalla rilucente copertina, che reca il titolo de La storia infinita.
Bastiano è attratto magneticamente dal libro, al punto che si ritrova a rubarlo e a rifugiarsi nella soffitta della propria scuola per leggerlo indisturbato. La storia infinita si svolge in un regno magico chiamato Fantasia, che è però prossimo alla distruzione. L’eroe a cui è affidato il compito di salvare il regno è Atreiu, un ragazzino dell’età di Bastiano (dieci anni circa) che attraversa in lungo e in largo il mondo fantàsico incontrando meravigliose creature e paesaggi inimmaginabili.
I due mondi, quello reale di Bastiano e quello fantasico di Atreyu (distinti anche dall’utilizzo di colori diversi nella stampa del romanzo) sono però destinati ad incontrarsi e a dare vita a nuove, incredibili avventure che sono del tutto assenti nel celebre film omonimo diretto da Wolfgang Petersen nel 1984.
Il libro è davvero molto, forse troppo lungo, al punto che finirlo diventa la vera avventura! Ma è comunque uno dei romanzi fantasy più famosi e amati e sarebbe un peccato non inserirlo nella propria collezione. Per quanto sia stata dura arrivare alla fine, sono riuscita a raggiungere il mio scopo e per circa un mese (l’ho detto che è molto lungo!) mi sono sentita di nuovo bambina!