Ormai non ci stupisce più niente. Siamo davvero abituati a tutto, ma non appena avrete finito di leggere questo articolo resterete carichi di meraviglia!
A Londra, terra del neoliberismo, presso il Data Dollar Store, hanno sperimentato per due giorni un nuovo metodo di pagamento: i propri dati personali! Nel negozio si suscitava l'interesse del cliente proponendogli di acquistare opere e gadgets dell'artista di strada Ben Ein senza mettere mano al portafoglio.
Ma è davvero così conveniente barattare beni e servizi con il proprio nome e cognome, indirizzo, data di nascita? La risposta è ovviamente no, poiché quotidianamente siamo invasi da spam e da attacchi informatici che cercano in ogni modo di accedere alle nostre informazioni e di spiare le nostre abitudini; naturalmente quando siamo davanti ad un computer ci armiano continuamente di antivirus, di antispam e chi più ne ha più ne metta, per difendere la nostra privacy; ma non appena abbassiamo la guardia facilmente cadiamo in tranelli o in offerte accattivanti e forniamo i nostri dati spontaneamente.
Infatti il fine di questo esperimento era quello di verificare la capacità degli utenti di difendersi da furbate o da truffe normalmente schivate online. Si dirà che oggi siamo immersi in una sorta di Grande Fratello Online, dove è difficile distinguere il reale dal virtuale, in un mondo in cui postiamo continuamente sui vari social le nostre ansie, le nostre paure o addirittura segnaliamo al mondo le nostre abitudini e nostri desideri.
Per alcuni potrà sembrare paradossale che oggi si sia persa la voglia di relazionarsi con le altre persone; basti pensare al fatto che in metropolitana o addirittura al bar tutti, continuamente, guardano le notifiche arrivate sullo smartphone.
Sorge così spontaneamente un'ultima domanda: è davvero questa la società in cui vogliamo vivere?