Nei giorni scorsi è venuto alla luce un fatto sconcertante circa le affermazioni di una professoressa di storia e filosofia di un istituto superiore. La notizia rimbalzata su tutti gli organi di informazione, persino in prima serata sulle reti nazionali, riguarda una ferita aperta, troppo spesso presente nella cronaca italiana, il femminicidio.
Ed è proprio questo il nodo cruciale della questione. È innegabile che il dovere morale della Scuola sia di educare i cittadini del domani al rispetto comune, alla giustizia e alla liberalità. Ma in tempi recenti tale dovere non sarebbe stato – presumibilmente - adempiuto dall'Istituto d'Istruzione Superiore "N. Pizi", di Palmi (RC): infatti, un membro del corpo docente avrebbe pronunciato una frase deprecabile contro le donne, tra l'altro in ricorrenza della Giornata Internazionale della Donna, proprio nella classe frequentata dalla figlia minorenne di Maria Chindamo, la mamma scomparsa in circostanze misteriose circa due anni fa nel vibonese.
Dal 6 maggio 2016 la Procura di Vibo Valentia ha avviato le indagini sui reati di: sequestro di persona, omicidio e occultamento di cadavere (il corpo della donna non è mai stato ritrovato, sono state rinvenute solo tracce ematiche davanti alla sua proprietà nel giorno in cui si sono perse del tutto le sue tracce).
La frase poco felice: «Tutte le donne andrebbero sterminate, non valgono a nulla» rivolta alla ragazza visibilmente scossa, sarebbe arrivata allo zio, attualmente tutore legale, tramite un SMS in cui la nipote raccontava quanto successo. Lo zio, fratello della madre, subito messosi in contatto con la dirigente sarebbe stato convocato e informato di quanto riferito dagli avvocati presenti «la professoressa conferma l'accaduto e non mostra alcun pentimento, posto che ritiene "normale" tali affermazioni.» Ora, ciò è già spiacevole di per sé, ma il fatto che tale affermazione sia uscita dalla bocca di una donna, per giunta un'educatrice la rende oltremodo agghiacciante.
La bufera mediatica che si è abbattuta sui protagonisti di tale episodio, e il relativo coinvolgimento di allievi e del resto del corpo docente, denota sicuramente, una leggerezza e una mancanza di tatto non solo nei confronti della figlia di Maria Chindamo, ma di altre persone che con l'episodio non c' entrano assolutamente nulla, professionisti seri che si spendono ogni giorno per fronteggiare una cultura popolare spesso retrograda e sbagliata, e ragazzi che si sono prontamente schierati dalla parte della compagna e della famiglia, biasimando il comportamento inusuale e fuori luogo della professoressa.
L'Istituto è stato inoltre accusato di promuovere una cultura "omertosa", a causa del silenzio del personale scolastico in merito alla vicenda. In realtà, il "Pizi" si dissocia senza dubbio dalla violenta asserzione dell'insegnante, che anzi condanna aspramente; d'altro canto, è ragionevole che la scuola tuteli dalla bufera mediatica tutta la comunità scolastica, composta in gran parte da minori, prima che le autorità competenti emettano la loro sentenza. Ciononostante, l'allieva più di tutti colpita (per via della sua condizione familiare) dall'aggressione verbale del professore, in una dichiarazione rilasciata pochi giorni fa, ha affermato di aver ricevuto non solo l'appoggio dei compagni e di tutti gli altri docenti, ma soprattutto il sostegno della Dirigente Scolastica, Prof.ssa Maria Domenica Mallamaci, che tempestivamente è intervenuta nella questione prendendo i dovuti provvedimenti e informando gli organi competenti dell'Ufficio Scolastico Provinciale e Regionale e successivamente diramando all'ANSA un comunicato in cui chiarisce nettamente la posizione assunta dalla scuola.
Quest'ultima, insediatasi solo due anni fa alla Dirigenza dell'Istituto, ha svolto un instancabile lavoro di promozione della scuola come faro di cultura nel territorio pianigiano, creando nuovi percorsi di studi e curando i rapporti con tutti gli enti locali e le associazioni culturali interessati allo sviluppo formativo ed educativo della comunità giovanile, coinvolgendo la Diocesi Oppido-Palmi, esperti di psicologia, giornalisti ed autori affermati in campo letterario. Peraltro, sono frequenti i contatti proprio con il mondo della legalità: è stato da poco attivato un percorso di alternanza scuola-lavoro presso il Tribunale di Palmi e regolarmente sono tenuti incontri con esponenti del sistema giudiziario, da avvocati a magistrati e procuratori. Lo scorso 21 marzo, in occasione della Giornata contro le mafie, la scuola ha preso parte al consueto appuntamento della marcia annuale organizzata dall'associazione antimafia "Libera" di Don Ciotti. L'Istituto, poi, si preoccupa di stimolare la crescita culturale dei suoi studenti non solo attraverso le tradizionali lezioni frontali, ma anche grazie a progetti finalizzati a coltivare il loro lato umano ed artistico.
Dunque, pur andando adesso incontro ad una spiacevole ed infamante vicenda, il "Pizi" riesce comunque a tenere alto il suo nome, proponendosi come garante di una solida formazione umana e culturale contro la discriminazione e la sopraffazione. Insomma, l'impegno e la passione di tutto il collegio docenti, degli alunni, del personale ATA e degli uffici non possono e non devono essere lesi o lasciati nell'ombra da generalizzazioni e distorsioni ad opera di informazioni semplificate agli occhi della società civile, per via dell'errore di un singolo che non è stato capace di portare avanti pienamente i valori condivisi dall' Istituto.
Proprio per questo ci si augura che, qualora venissero individuate responsabilità penali oltre che amministrative, lesive nei confronti in primo luogo della dignità della ragazza e successivamente di una scuola sempre attenta e vigile nella lotta ad ogni tipo di sminuimento e/o sopraffazione, sia essa culturale o umana, siano presi i giusti e dovuti provvedimenti.