Esattamente venti anni fa oggi nei cinema italiani Neo sceglieva la pillola rossa.
Avrete tutti capito che stiamo parlando del primo capitolo di Matrix, un film che, insieme ai due sequel usciti a pochissima distanza l’uno dall’altro nel 2003, ha segnato la storia del cinema moderno. Un film che ha avuto un fortissimo impatto culturale sulla nostra società. Ed è per questo che, invece di parlare ancora del film, visto che se ne sono scritte innumerevoli pagine, oggi parleremo di un libro. Si, un libro, ma non la classica trasposizione letteraria che segue un film di successo.
Matrix Anthology (2014) è un libro che contiene trentacinque racconti ispirati al film dei fratelli – divenuti poi sorelle – Wachowski. La raccolta nasce in seguito ad un concorso bandito dalla casa editrice Homo Scrivens e curato da Diego Di Dio: la sfida era quella di rendere omaggio alla più famosa trilogia cyberpunk tramite racconti brevi, poi raccolti e pubblicati dalla casa editrice.
I testi sono liberamente ispirati ai film: alcuni sono più fedeli, alcuni enfatizzano maggiormente il lato sentimentale e un paio rivelano una verve comica piacevole.
Non vi fate spaventare dal numero dei racconti. In realtà il volume è sottile, i racconti sono brevi (circa tre pagine per ciascuno). Proprio la brevità rappresenta infatti sia un pregio che uno svantaggio. Racconti così brevi non riescono a fidelizzare il lettore, nonostante il buon livello della maggior parte di essi. Tuttavia l’argomento in sé – l’illusione della vita, lo smascheramento, i meandri dell’informatica – non è poi così facile da digerire e quindi una breve e veloce incursione è decisamente più sopportabile, anche se magari si legge in metropolitana, col rischio di distrarsi spesso.
Insomma, voi che scegliete? Pillola rossa o pillola blu?
Foto di: Annachiara Giordano