Un tempo il derby era tra i fan del Signore degli Anelli e quelli delle Cronache di Narnia.
Ora se si parla di fantasy non si può non fare i conti col Trono di Spade ed è giusto così.
La notizia del giorno è che proprio l’autore di quest’ultima opera ha rivolto delle critiche al lavoro di Tolkien. George R. R. Martin ha infatti espresso la sua opinione secondo cui nella trilogia tolkeniana ci sarebbero molti buchi di trama.
No, non si riferisce al noto dilemma delle aquile (ovvero: perché Gandalf non sfrutta subito le aquile risparmiando mesi di stenti e fatiche alla compagnia? Se fosse andata così, però, non avremmo avuto uno dei capolavori della letteratura del Novecento), ma pone la sua attenzione al finale dell’opera.
In questo si dice che Aragorn diviene re e governa saggiamente per cento anni. Martin si chiede come possa essere possibile concludere in modo così sbrigativo l’opera. In particolare l’autore delle Cronache del ghiaccio e del fuoco è sicuro che l’ex ramingo abbia dovuto affrontare delle situazioni problematiche, se non spiacevoli: ad esempio, che fine fanno tutti gli orchi? Vengono inseguiti e trucidati dagli uomini di Aragorn? O vengono riabilitati?
Senza dubbio si tratta di domande che non avranno mai una risposta, salvo la scoperta di nuovi scritti tolkeniani. Tuttavia, a modestissimo parere di chi vi parla, si tratta di domande relativamente di scarsa importanza. L’opera trattava delle vicende dell’anello del potere, che è stato distrutto quando Aragorn diviene re. Il finale mostra la conclusione della vicenda della compagnia dell’anello. Tutto ciò che viene dopo dovrebbe far parte di un’altra opera, non del Signore degli Anelli.
Magari la preoccupazione di Martin è che la serie sull’opera tolkeniana attualmente in lavorazione venga fatta bene e questo è il suo modo di dare un suggerimento? Staremo a vedere!
Link alla foto: https://www.lascimmiapensa.com/2019/09/13/george-martin-tolkien-signore-degli-anelli/