ALESSIO BELLINI: RACCOLTA DEI MOZZICONI DI SIGARETTE, SIETE SICURI DI SAPERE TUTTO?

Martedì, 01 Ottobre 2019 17:51
  

Alessio Bellini, 20 enne di Sanremo raccoglie mozziconi di sigarette dalle strade e dalle spiagge. La sua iniziativa ,concreta ed importante, è paradigma di impegno costante per la salvaguardia del nostro pianeta. Prima di agire è molto importante conoscere, per questo abbiamo deciso di intervistare Alessio. 

 

 

 

Da dove è nata l'idea di raccogliere mozziconi di sigarette per strada?

 

Già da quando ero piccolo ero molto sensibile ai temi ambientali: la nonna mi faceva guardare i cartoni animati di David Gnomo e passavo molto tempo nella natura, è un amore che dura da sempre. L'idea di attivarmi, però, è nata lo scorso inverno, quando si è tanto parlato di Greta Thunberg e del suo Global Strike: questo mi ha portato a riflettere e a dirmi che protestare è una buona cosa, ma poi bisogna passare alle azioni. E io l'ho fatto. Non ho partecipato allo sciopero, ho preferito parlare poco e agire molto. Da febbraio, dedico un'ora al  giorno alla raccolta dei mozziconi.                                            

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                              Cosa ti ha spinto a dedicarti quotidianamente a questa attività?

 

L'idea che non c'è tempo. Ogni giorno la gente getta i mozziconi per terra, se si vuole per lo meno mantenere un equilibrio, si devono raccogliere tutti i giorni, e più si è, meglio è. Purtroppo, l'inquinamento non fa pause, e quindi non possiamo farne nemmeno noi che lo combattiamo. E poi, voglio dimostrare a chi mi segue che io ci credo davvero, ci credo così tanto da investire ogni mia giornata in ciò che faccio.

 

Noti una maggiore sensibilità dei giovani rispetto agli anni precedenti?

 

Fortunatamente sì. Purtroppo, ci sono ancora un sacco di giovani che alla materia non sono interessati affatto o lo sono solo superficialmente, ma cosa mi conforta è che, in generale, vige una solida informazione. La gente sa. Qualcuno dice che la nostra sia la generazione del cambiamento: io non voglio deludere questa aspettativa, e invito tutti i miei coetanei a mettersi in gioco.

 

Pensi che le persone sappiano che la sigaretta è tra i rifiuti più dannosi per l'ambiente?

 

Purtroppo, questa è un'informazione che oggi manca a un sacco di gente. Si parla molto della plastica, ma in realtà la sigaretta rappresenta quasi metà dell'inquinamento degli oceani: basti pensare che un singolo filtro può inquinare oltre un litro d'acqua. Mi sento di dire che la responsabilità appartenga anche e soprattutto alle aziende che si occupano di rifiuti: esse, infatti, suggeriscono di conferire il mozzicone nell'indifferenziata. Questo è un grave errore, perché la sigaretta, contenente catrame, nicotina e polonio, è in realtà un rifiuto speciale che necessita un tipo di smaltimento particolare.

 

Che campagna si potrebbe utilizzare per aumentare l'informazione riguardante la pericolosità del filtro della sigaretta?

 

La mia azione di raccolta quotidiana non ha l'arroganza di voler cambiare il mondo, vuole essere, per l'appunto una campagna di sensibilizzazione e un po' di provocazione. Se poi, tanti ragazzi dovessero accettare la sfida, allora sì che si può puntare al cambiamento! Questo è ciò che si può fare dal basso, poi molto spetta anche alle istituzioni. Benissimo Sanremo, la mia città, la quale ha emanato l'ordinanza smoke free che vieta di fumare in spiaggia. Ora, il passo successivo è organizzare un processo di smaltimento dedicato alla sigaretta. Spero che le aziende se ne accorgano.

 

Quale fascia d'età noti sia maggiormente disinteressata alla questione ambientale?

 

Difficile a dirsi, ho notato sensibilità abbastanza diffusa, fortunatamente. Forse, però, gli anziani sono coloro che comprendono di meno l'urgenza: sono stati educati in una società dove la maggior crescita e la maggior produzione significavano un aumento del benessere, si era ben lontani dall'allarme ambientale. Tuttavia, questa è una panoramica molto generalista, non significa che un anziano non possa essere interessato o attivo in questo campo.

 

A 20 anni quanto ognuno di noi può concretamente aiutare il pianeta?

 

Marcel Proust diceva che ognuno può cambiare una piccola parte del mondo, ossia se stesso. Raccogliere qualche mozzicone o due bottigliette di plastica da una spiaggia, usare una borraccia, spostarsi con i mezzi pubblici, cercare di acquistare il più possibile prodotti a chilometro zero sono tutte azioni che chiunque può fare per migliorare il pianeta di quel poco. L'errore da non fare è pensare “se cambio solo io, non cambia niente”. Perché non è assolutamente così, ognuno di noi ha il dovere di essere controcorrente, poi il resto viene da sé. Io sono partito da Sanremo realizzando la mia iniziativa in solitaria, poi si è aggiunta mia sorella, poi i suoi amici, poi i miei colleghi in tutta la Liguria e il Piemonte. Se non avessi iniziato per paura che fosse inutile, oggi saremmo un centinaio in meno.

 

Pannellli informativi soprtattutto nelle grandi città potrebbero incentivare il cittadino al rispetto per l'ambiente?

 

Non saprei, posso dare una mia opinione. Io, sinceramente vedo che le parole, di per sé, costano poco e rendono ancora meno. La rivoluzione industriale, la Rivoluzione Francese, il Rinascimento... non sono stati incentivati da un governo, sono scaturiti dalla genialità delle persone più lungimiranti. Secondo me, più che pubblicizzare, le istituzioni dovrebbero organizzare iniziative che coinvolgano le imprese quanto il singolo cittadino, perché gli artefici dell'inquinamento quanto della pulizia, alla fine, siamo noi. Io sono fermamente convinto che le rivoluzioni debbano venire “dal basso”, bisogna metterci la faccia, come Thunberg, come tutti coloro che si stanno impegnando in un'iniziativa ecologica, e sono tanti.

Ultima modifica il Martedì, 01 Ottobre 2019 18:41
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Giulia Compagnone

Nata a Napoli,frequenta la facoltà di giurisprudenza. Da sempre innamorata della sua meravigliosa città, nonostante i suoi difetti e le sue contraddizioni. Ogni giorno cerca di impegnarsi , di lottare per lei, attraverso azioni pratiche e attraverso la sua scrittura. Non finisce mai di stupirsi di quanto possa dare questa città, malgrado sia un vero e proprio paradiso abitato da diavoli.Ama la cultura e tutto ciò che è legato ad essa ,ha uno spiccato senso civico ed è appassionata di musica e di danza.

Le due sue citazioni preferite sono:" raccontare le cose come stanno vuol dire non subirle" di Roberto Saviano e " vi sono momenti nella vita in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo. Un dovere civile, una sfida morale,un imperativo categorico al quale non ci si può sottrarre" di Oriana Fallaci.

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