Oggi vi portiamo a Curon Venosta.
Dov’è? Giusto, è in Trentino-Alto Adige ed ultimamente è diventato meta di numerosi turisti per il caratteristico campanile che emerge dal lago di Resia. Quando quest’ultimo gela in inverno, è possibile anche raggiungere il campanile camminando. Estremamente caratteristico!
Ma perché ne parliamo oggi? Perché in questo paesino del nord Italia è ambientata la nuova serie di Netflix, i cui 7 episodi sono disponibili dallo scorso 10 giugno.
I gemelli diciassettenni Daria e Mauro si trasferiscono con la madre Anna nel paesino natale di lei, Curon, dal quale manca da – non a caso – 17 anni, nonostante l’opposizione del nonno. Non passa molto tempo e Anna scompare. I due ragazzi, per cercare la madre, scopriranno i numerosi segreti e misteri di Curon, troppo a lungo tenuti nascosti.
L’idea alla base della serie è molto accattivante e vi è tutto il potenziale per un ottimo prodotto televisivo, che tocca temi eternamente affascinanti per l’uomo quali il tema del doppio, dell’identità e della lotta tra bene e male. A ciò si aggiungano delle ambientazioni e una fotografia che promettono di restare col fiato sospeso.
Tuttavia, il risultato non è dei migliori: lo show è penalizzato notevolmente da una recitazione alquanto fredda e poco convinta, soprattutto per quanto riguarda i personaggi adulti, ma soprattutto da innumerevoli incoerenze, imprecisioni e scelte narrative e di casting decisamente discutibili: ad esempio, come può il padre dei gemelli diciassettenni risultare credibile se ne dimostra una ventina? Ancora, il cellulare di Anna viene smarrito, poi trovato dal nonno e in seguito nuovamente smarrito senza alcuna spiegazione.
Infine colpiscono la lacunosa caratterizzazione del personaggio di Anna e anche la stereotipizzazione delle relazioni tra i ragazzi.
Un vero peccato.
Link alla foto: https://www.tomshw.it/culturapop/curon-la-recensione-della-serie-tv-italiana-targata-netflix/