Da ieri, 13 novembre 2020, è disponibile su Netflix un film che, nonostante una limitata pubblicizzazione, era molto atteso, soprattutto per una ragione: Sophia Loren.
Stiamo parlando di La vita davanti a sé, pellicola tratta dall’omonimo romanzo del ’75 di Romain Gary e diretto da Edoardo Ponti, secondogenito della Loren, che mancava da un set da circa dieci anni.
La vicenda è molto toccante: Madame Rosa (Loren), sopravvissuta ad Auschwitz, ospita bambini figli di prostitute. Un giorno varca la soglia della sua casa il dodicenne Momò (Ibrahima Gueye), un turbolento orfano senegalese. Il loro rapporto è inizialmente conflittuale e il ragazzo preferisce frequentare degli spacciatori. Col tempo, però, tra questi due personaggi outsider si instaura un inaspettato ma profondo legame di amicizia. In fondo, sono entrambi duri e forti solo in apparenza, mentre ciò che anelano di più è un po’ di stabilità e protezione.
Una storia commovente, che però non riesce fino in fondo a far presa sullo spettatore perché il mutamento nel rapporto tra i due protagonisti in realtà è pressoché improvviso: non si hanno i giusti tempi di maturazione nel film. A lungo Momò si comporta da adolescente ribelle e Madame Rosa sembra quasi rinunciare a voler aprirsi un varco nel suo cuore. Poi, improvvisamente, tra i due scatta qualcosa ed è subito complicità.
Molto poetico, ma lo spettatore fa fatica a comprendere questa trasformazione tutta interiore dei due personaggi. Sarà pur vero, come dice Madame Rosa, che “proprio quando non ci credi più, accadono le cose più belle”.
La cosa più bella di questo film? Sicuramente la performance attoriale. Beh, da Sophia Loren ci aspettavamo sicuramente un livello altissimo, ma lei, quasi inconsapevolmente, come le è sempre stato naturale, come se fosse la cosa più facile del mondo, ad ogni interpretazione alza (e di molto) l’asticella e pure in questo film non può fare a meno che lasciare tutti a bocca aperta. Viene da pensare che per Sophia, 86 anni, recitare è come andare in bicicletta: non si dimentica mai.
Se l'attrice premio Oscar per La ciociara è da molti ritenuta prossima a ricevere un'altra statuetta per questo ruolo, il suo giovane compagno di set non è da meno e riesce a tenerle testa con grande professionalità: ricordiamoci il nome Ibrahima Gueye, perché sicuramente lo rivedremo ancora sui nostri schermi.
Notevoli sono anche la fotografia e le ambientazioni: Edoardo Ponti sceglie di ambientare la vicenda in una Bari che potrebbe essere la periferia triste e bisognosa, perduta, di qualsiasi città del mondo.
Link alla foto: https://www.rbcasting.com/flash-news/2020/11/13/la-vita-davanti-a-se-con-sophia-loren-da-oggi-su-netflix/