Anno domini 2020. Teatro di una pandemia mondiale che ora, ad inizio 2021, ancora ci perseguita. Un anno che si è insidiato dentro di noi come un macigno che preme dall’interno e ci schiaccia dall’esterno. Può sembrare un discorso pesante, trito e ritrito, ma la verità è che il Covid “non è una malattia, ma una maledizione”. Ed è con queste parole che Netflix ci regala la più bella rappresentazione (coreana) del coronavirus.
Sweet Home, nuovo drama coreano di genere horror/apocallittico originale Netflix, tratto dall’omonimo webtoon coreano di Kim Kan-bi e Hwang Young-chan. Sbarcato sulla piattaforma il 18 dicembre 2020 in lingua originale e con sottotitoli in italiano, è il più bel regalo che potevamo ricevere.
Il protagonista, Cha Hyun-soo (Song Kang), un adolescente che ha perso la famiglia in un incidente stradale e con tendenze suicide, si trasferisce in un condominio in un quartiere popolare di Seul. Da qui la serie prende subito piede: una strana malattia colpisce i vari condomini che a poco a poco si traformano in mostri, mostrando i loro più oscuri desideri.
Man mano vengono presentati i vari personaggi: il custode che scompare subito dalla scena, mantenendo attiva la suspense per poi lasciarla finire in uno dei momenti di maggior tensione emotiva (bisogna tenere conto che la serie, che regala notevoli situazioni splatter, alcune meglio riuscite di altre, ad un certo punto rallenta, forse un po’ troppo considerandone la natura stessa, per dare ai personaggi il giusto peso emotivo e la caratterizzazione che gli spetta), l’adolescente ex-ballerina Eun-yoo (Go Min-si), il costruttore di armi su una sedia a rotelle Han Du-sik (Kim Sang-ho), il samurai iper-cristiano Jae-Heon (Kim Nam-hee) e la giovane bassista Ji-soo (Park Gyu-young), il killer dal cuore tenero Sang-wook (Lee Jin-wook), che si avvicinerà alla giovane (e asmatica) Yoo-ri, infermiera a sua volta dell’anziano Ahn Gil-seob (Kim Kap-soo) e non dimentichiamoci la super pompiera Yi-Kyeong (Lee See-young)e lo studente universitario Eun-hyuk (Lee Do-hyun).
Questi sono solo alcuni di una schiera di personaggi che vi spingeranno ad amarli e il cui cuore si spezzerà insieme al vostro, in alcune delle scene più strazianti del catalogo Netflix.
Certo, è una serie che probabilmente non può essere annoverata tra le migliori in assoluto degli ultimi anni a causa di diversi, a volte notevoli, buchi di trama, passaggi spesso forzati, sparizioni improvvise ed estrema ripetitività, soprattutto a livello drammatico, su alcuni punti. Altra pecca è la mancata caratterizzazione a 360 gradi dei personaggi e il loro rapporto col passato, affidato ad una serie di flashback frammentati, mai chiarito del tutto (spinge infatti chi guarda a dover andare per un’idea).
Ciò lascia un velo d’incertezza e troppe domande, come anche lo stesso finale, nello spettatore. La chiusura, infatti, lascia un po’ a desiderare, a causa proprio della presenza di una serie di filoni aperti, troppi, che non danno la possibilità alle emozioni di chi sta guardando di emergere e che smorzano la suspense stessa.
Insomma, si può dire che i realizzatori di Sweet Home, con un prodotto del genere, avrebbero sicuramente potuto fare di meglio, ma, nonostante le sue pecche, è comunque una delle serie più interessanti degli ultimi mesi, forse anche grazie ai personaggi e alla loro umanità (meravigliosa sarà la singora An, che penetrerà nel cuore di tutti) e che grazie ad altri lavori provenienti dal mondo orientale come Alice in borderland o Smoking, sta prendendo piede sui prodotti americani o europei.
Possiamo dire tutto sommato di attendere con impazienza una seconda stagione e la risposta alle nostre domande.
Qui il trailer!
Link alla foto: www.netflix.com