Negli ultimi anni si stanno sempre più affermando degli standard di bellezza spesso non riscontrabili nella realtà. Infatti, ogni giorno, milioni di consumatori sono attratti da pubblicità ingannevoli, che promettono al cliente dei risultati impossibili da ottenere. Ogni individuo perde così la sua naturalezza e i suoi tratti unici, per adattarsi a canoni estetici artificiali. La bellezza è soggettiva ma, con il tempo, le si è associato il concetto di perfezione, spesso creato tramite sistemi alternativi. Per esempio, oltre ad essere utilizzati i ritocchi fotografici, vengono anche applicati sul volto filtri che modificano completamente la propria immagine. In questo modo sui social viene proposta, tramite l’uso dei virtual filters, una bellezza irreale e irraggiungibile per la maggior parte delle persone.
Il vero problema, però, è nato nel momento in cui le influencer hanno iniziato ad usare i filtri di bellezza anche per promuovere prodotti cosmetici, al fine di rendere più evidenti i risultati benefici dei propri articoli. Nonostante ciò, alcune modelle rifiutano tale sistema; tra queste ricordiamo la make-up artist e curve model Sasha Louise Pallari che, promuovendo la campagna #filterdrop, invita le blogger ad eliminare i filtri dalle loro storie di Instagram, per rivelare il loro vero viso e la loro vera pelle, con le proprie imperfezioni e senza vergogna. Sulla situazione è intervenuta anche l’Advertising Standards Authority (ASA), autorità britannica per la regolamentazione dei settori pubblicitari, che ha stabilito che i filtri non possono essere applicati alle pubblicità sui social se ingigantiscono l’effetto del prodotto, perché possono illudere i consumatori di poter raggiungere degli ideali di bellezza inesistenti.
Sasha Pallari sottolinea che, in passato, desiderando di somigliare a coloro che vedeva nelle immagini ritoccate, ha modificato spesso le sue foto usando filtri ma, dopo aver esercitato per ben 10 anni la sua professione, ha compreso che era necessario un cambiamento. I contenuti filtrati non dovrebbero essere usati per accrescere i profitti ma, piuttosto, si dovrebbero promuovere cure per la pelle e prodotti di bellezza che si adattino alle vere esigenze dei consumatori. Dunque, è giusto prendersi cura di sé, anche facendo uso di cosmetici, ma bisogna saper prendere le distanze da prototipi di bellezza lontani dalla realtà. Sarebbe sicuramente un buon proposito riuscire ad allargare il divieto applicato in Inghilterra, anche negli altri paesi, cercando di proporre un rapporto con l’estetica più sano e veritiero.
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