Quando pensiamo ad una modella ci viene in mente una figura longilinea, una bella ragazza dal portamento elegante e dal fisico snello. Nonostante questo prototipo femminile sia nato verso gli anni '60 è attualmente ancora proposto, sebbene i tempi siano cambiati. Da anni la magrezza è diventata una caratteristica fondamentale per un’indossatrice, anche se non sempre questa fisicità è simbolo di uno stile di vita sano. In un mondo in cui si va incontro all’inclusione e alla diversità, anche le agenzie di moda dovrebbero stare al passo con l’evoluzione del pensiero.
Negli ultimi anni circolano molte polemiche riguardo gli angeli di Victoria’s Secret, le indossatrici infatti non propongono più un’estetica in cui le donne si possono rivedere: è come se la società fosse cambiata ma Victoria’s Secret no. Si corre così il rischio di trasmettere un messaggio sbagliato alle persone, che sono spinte a uniformarsi a modelli di corpo irreali.
Di recente la catena di lingerie ha finalmente deciso di dire addio ai suoi “Angeli” e di sostituire i corpi statuari e la bellezza stereotipata, che hanno accompagnato il brand per anni, con modelle in linea con i valori della nostra generazione. La catena di moda più famosa d’America ora si affida a 7 nuove testimonial, donne conosciute per il loro impegno, successo e dedizione più che per le loro proporzioni fisiche. Ad essere scelte sono state la campionessa di calcio e attivista LGBTQ+ Megan Rapinoe, la modella Sudanese Adut Akech, la modella curvy Paloma Elsesser, l’attrice e modella transgender brasiliana Valentina Sampaio, la fotografa e fondatrice della Girlgaze Amanda de Cadenet, la giovane sciatrice freestyle cinese-americana Eileen Gu e l’imprenditrice e attrice indiana Priyanka Chopra Jonas. Victoria’s secret ha deciso di proporre un’ideale di bellezza meno artificiale, comprendendo alcune donne più atletiche e muscolose, lavoratrici, attiviste, di diverse etnie e che portano taglie intermedie, in favore della body confidence che spesso manca a causa degli scorretti prototipi di perfezione proposti da agenzie e pubblicità.
In tanti hanno pensato che questa decisione sia stata solo una conveniente operazione di marketing; non si può negare che il principale obiettivo di queste variazioni sia quello di rilanciare un’azienda importante ma finanziariamente e culturalmente in crisi. Per molti, l’azienda ha sentito la necessità di adeguarsi alle leggi del mercato, senza risultare davvero sensibile all’idea di evoluzione e di mutamento dei canoni del corpo femminile e di quello che vogliono realmente indossare le donne. In questo periodo storico, le motivazioni che spingono a compiere tali scelte diventano irrilevanti quando si propone una modifica utile per cambiare il punto di vista e gli stereotipi a cui l’uomo è abituato. Ci sono moltissimi tipi di corpo e vanno tutti ugualmente rispettati e rappresentati ed è il momento che anche le agenzie di moda trasmettano tale messaggio sfruttando il loro ampio raggio di influenza.
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