Il campionato Italiano di calcio di serie A si è concluso da una settimana ma già si parla di novità nella prossima stagione. Sembra infatti che l’Associazione Italiana Arbitri abbia ammesso il debutto di Maria Sole Ferrieri Caputi come primo arbitro donna nella serie A Italiana. In seguito all’annuncio, il presidente dell’Associazione Italiana Arbitri Alfredo Trentalange ha ribadito come questo sia un merito della giovane e non un privilegio.
Ferrieri Caputi nasce a Livorno nel 1990, oltre alla passione per il calcio ha una laurea triennale in scienze politiche e una laurea magistrale in sociologia, è una ricercatrice a Bergamo presso la Fondazione Adapt ed è una dottoranda all’università di Bergamo. Nella stagione appena conclusasi, la giovane trentaduenne si era fatta già notare. Il 17 ottobre 2021 ha arbitrato per il match tra Cittadella e Spal; il 15 dicembre successivo ha arbitrato la partita Cagliari-Cittadella, per i sedicesimi di Coppa Italia, diventando il primo arbitro donna della storia del calcio italiano a dirigere una partita ufficiale di una società di Serie A. Una prova sul campo ricca di elogi e un arbitraggio molto credibile con 3 cartellini gialli e 3 goal annullati con l’ausilio del Var. Già in quell’occasione la livornese era stata notata dall’Associazione Italiana Arbitri ed ora è orgogliosa di poter raggiungere il suo nuovo traguardo nel prossimo campionato della serie A. Oltre alla tecnica, alla determinazione e alla professionalità, Maria Sole ha anche una buona dose di umiltà: infatti sottolinea di essere solo una piccola parte di un movimento in crescita e di essere soddisfatta del suo percorso fino a questo momento ma di avere ancora tanto da imparare.
Nel nostro paese ci sono più di 1600 arbitri donne pronte per far carriera come arbitro ufficiale. La Bundesliga (campionato tedesco di calcio) è stata la prima tra i grandi campionati ad ammettere le donne come arbitro nel 2017, poi è stato il turno della Spagna, dell’Inghilterra e della Francia. Nonostante l’Italia si mostri spesso in ritardo rispetto ad altri paesi, è comunque una soddisfazione essere finalmente arrivati a tale decisione. Sebbene questo sia vero, molte donne che si dedicano all’arbitraggio ritengono che la questione di genere non si risolva solo mettendo la lettera “a” alla fine di alcune parole maschili. Sarebbe opportuno invece rendere comune la possibilità che ogni donna possa scegliere di compiere il lavoro che preferisce, anche se fino ad oggi era sempre a prevalenza maschile. Riguardo al suo ruolo in campo, anche Maria Sole la pensa così: infatti la giovane preferisce non essere chiamata arbitra ma arbitro. La maggior parte delle volte quando è chiamata arbitra, ritiene sia per sottolineare che è una donna dunque preferisce l’appellativo arbitro per dare rilevanza al suo ruolo in campo e non al suo genere. È inoltre convinta che quando non ci sarà più l’esigenza di sottolinearlo allora vorrà dire che ci sarà davvero parità e che ogni arbitro, a prescindere dal proprio sesso, potrà godere di un brillante futuro nel calcio italiano.
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