A giugno la nostra consueta rubrica musicale ci porta a esplorare una band londinese che è stata sulla cresta dell’onda per oltre trent’anni: i Police, band di abili strumentisti che deve i suoi natali a un giovane americano, Stewart Copeland, appassionato di percussioni sin da giovanissimo.
Questa sua passione lo portò a trasferirsi a Londra, non solo per sviluppare un suo stile batteristico, ma soprattutto per inserirsi nell’ambiente creativo della capitale inglese dove avrebbe potuto intraprendere nuove esperienze musicali.
Grazie alla sua testardaggine riuscì a suonare nel gruppo inglese dei Curved Air coi quali suonò rock progressive per due anni, dal 1975 al 1976, ma ben sapeva che il suo futuro artistico doveva esprimersi in un proprio complesso musicale ed è per questa ragione che invitò a unirsi in questa nuova avventura il bassista dei Last Exit, Gordon Sumner, in arte Sting, e il chitarrista Henry Padovani che, benché attratto dalla proposta di Copeland, rimase nei Police giusto il tempo di registrare il loro primo singolo “Fall Out/Nothing Achieving”, per l’etichetta indipendente Illegal Records, e lasciare poi il posto ad Andy Summers.
Il pubblico iniziò ad apprezzarli perché il loro genere musica non era catalogabile: era un curioso ibrido fra l’energia Punk e melodie Reggae. Non è un caso che alcuni critici musicali hanno proprio definito il loro stile come Raggae bianco.
Anche i meno appassionati non riescono a ignorare i Police, sopratutto perché sono ancora dei tecnici straordinari, ed è impossibile non rimanere indifferenti quando si la voce di Sting, l’artefice di brani di successo come “Roxanne”, un pezzocontroverso e bannato alla sua uscita dalle radio inglesi perché trattava di un amore impossibile tra un ragazzo e una prostituta alla quale si chiedeva di cambiare vita, ma nonostante la censura il brano si posizionò al dodicesimo posto della hitparde britannica nel 1979.
Tuttavia la band non durò a lungo perché, come si usa dire, mai mettere più galli nello stesso pollaio, intendiamoci i Police sono tre artisti straordinari dotati però di un ego smisurato che non permise loro di collaborare nel tempo. Nel 1983 durante un’intervista rilasciata ai microfoni di Martha Queen, Sting e Copeland si tirarono in faccia reciprocamente i loro bicchieri di birra.
Per alcuni fu il segno che il i membri della band si odiassero, ma come ha ribadito più volte il batterista, tra di loro ci fu sempre un’aria giocosa, soltanto che quando si trattava di lavorare difficilmente riuscivano ad andarsi incontro e trovare l’armonia necessaria per far “filare” tutto liscio.
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