“Stavo imparando che cosa succede a uno che va via: che gli altri continuano a vivere senza di lui”. Il romanzo di Paolo Cognetti “Le otto montagne”, uscito nel 2016, ha ispirato l’omonimo film da oggi al cinema, interpretato da Luca Marinelli e Alessandro Borghi.
La trama
Piero è un bambino tranquillo e molto riflessivo. Vive a Milano con i genitori, amanti della montagna che ogni estate lo portano su una vetta diversa. Piero però non capisce fino in fondo la fascinazione dei genitori, e in particolar modo del padre, per l’alta quota. Fino a quando non arriva a Grana, un paesino semidisabitato dove conoscerà Bruno, unico bambino del posto. Tra i due nascerà una profonda amicizia, estranea alle convenzioni sociali e capace di superare il tempo e la distanza. Un legame solido che non verrà scalfito dalle avversità della vita, ma che soprattutto permetterà a Piero di comprendere fino in fondo il fascino delle montagne e alcuni dei misteri della vita.
Il libro
Vincitore del Premio Strega nel 2017 e di altri premi internazionali, “Le otto montagne” è un romanzo di formazione dallo stile unico. Piacevolmente essenziale nella forma, il volume trasmette con forza i suoi contenuti. L’amicizia tra Piero e Bruno si manifesta nella condivisione di avventure ed esperienze, lontana da qualsiasi formalità e si fonda su radici solide come quelle di una montagna. Inevitabile infatti il collegamento con le vette, descritte con una minuzia di particolari tale da renderle vive nell’immaginazione del lettore come se stesse guardando un documentario. Le montagne non si limitano ad essere mero scenario degli eventi ma sono vere e proprie protagoniste e, spesso, elementi di svolta nella trama. Svolte che arrivano nel momento adatto a sorprendere chi legge e che stimolano la sensazione che il ritmo del romanzo sia come un fiume di montagna che in certi tratti è nascosto sotto terra e in altri riemerge e scorre placido, ma solo in apparenza perché in realtà segue il suo percorso con costanza e determinazione.
L’autore
Paolo Cognetti nasce a Milano nel 1978 e nel libro “Le otto montagne” c’è molto di lui. Come il protagonista Piero, anche Cognetti si iscrive alla facoltà di Matematica per poi cambiare strada e diplomarsi alla Scuola di Cinema. Soprattutto però ha trascorso le estati d’infanzia ad alta quota, in Valle d’Aosta, dove poi si è trasferito dopo aver compiuto trent’anni. L’amore per la montagna lo ha portato a scalare le vette dell’Himalaya, come riportato in “Senza mai arrivare in cima” pubblicato nel 2018. Coniuga la passione per l’altezza con quella per il cinema e la letteratura americana il documentario realizzato per Sky in cui Cognetti, insieme all’amico Nicola Magrin, si sposta da Vancouver all’Alaska sulle orme dei grandi autori statunitensi.