Secondo le bozze del Disegno di Legge di Bilancio in circolazione, l’Iva per l’igiene femminile e per i prodotti dell’infanzia dovrebbe passare dal 5% attuale al 10% dal prossimo anno, sebbene il testo della Manovra 2024 proposto dal Governo non sia ancora stato diffuso ufficialmente. Il raddoppio dell’aliquota sui prodotti come assorbenti, tamponi e coppette mestruali, ma anche sul latte in polvere e sui prodotti per l’alimentazione e la cura dei bambini, si inserisce in quella serie di mini tasse che il Governo si appresta a varare nella nuova legge di bilancio. In realtà, Giorgia Meloni ci aveva anticipato di questo possibile cambiamento già in conferenza stampa parlando del pacchetto natalità e suggerendo di eliminare il taglio dell’Iva sui prodotti per la prima infanzia. Oggi ci dice: “Purtroppo il taglio dell’iva è stato nella stragrande maggioranza dei casi assorbito da aumenti di prezzo e quindi non penso che valga la pena rinnovare questa misura” e ora nella bozza della manovra di bilancio si legge chiaramente che il governo dice stop alla tassazione al 5% per i prodotti per l’infanzia e per la Tampon tax.
Assorbenti e pannolini per bambini sembrano quindi essere diventati dei beni di lusso quando, in realtà, sono prodotti di prima necessità. Dei passi avanti erano stati fatti negli anni scorsi abbassando l’iva dal 22% al 10% e lo scorso anno riducendola ulteriormente al 5%. Dopo un anno, dopo che si era dato tanto spazio e attenzione al tema, ci troviamo quindi di nuovo a fare un passo indietro rispetto ai nostri miglioramenti passati ma soprattutto rispetto a molti altri paesi. Nel Regno Unito, per esempio, la Tampon tax è stata eliminata, la Scozia ha addirittura reso gratuiti gli assorbenti nelle scuole e negli edifici pubblici, mentre in Nuova Zelanda sono state promulgate leggi contro la period poverty.
Con il nuovo possibile ed ulteriore rialzo, moltissime donne e famiglie italiane, che già affrontano i rincari di tantissimi prodotti, saranno messe in difficoltà. Questa decisione, oltre ad essere un problema per molti italiani, sembra contraddire le proposte fatte negli scorsi mesi de Meloni come il favorire le nascite e dare aiuti concreti alle famiglie italiane. Basti pensare che per acquistare gli assorbenti la stima oscilla tra gli 80€ e i 130€ annui mentre, per un genitore, comprare i pannolini costa in media 726€ a figlio ogni anno finché ne ha bisogno. Altra contraddizione sta nel fatto che era stato proprio questo esecutivo nella precedente Legge di Bilancio a tagliare l’Iva dal 10% al 5% sui prodotti per l’igiene femminile e per l’infanzia. Inoltre, la riduzione dell’aliquota Iva sui prodotti e servizi per l’infanzia era uno dei punti del programma della coalizione di centrodestra alle ultime elezioni. Ma soprattutto, cosa ne è stato della prima premier italiana donna che si sperava potesse essere simbolo dell’emancipazione femminile? Il taglio dell’Iva sugli assorbenti è da sempre una lotta che caratterizza le rivendicazioni femminili prima che femministe, ma l’aumento dell’Iva al 10 % favorirà di nuovo l’aumento dei prezzi segnando una nuova sconfitta nell’abbattimento delle discriminazioni nei confronti delle donne.
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