In realtà non vorrei scrivere questa recensione. Non serve. Per conoscere Zerocalcare e tutto il suo mondo vorrei potervi semplicemente linkare le sue vignette. Solo che poi verrei accusata di spam selvaggio, probabilmente. Quindi partiamo dall'inizio.
Prendete un ragazzo sui 28 anni, estremamente insicuro e pieno di paranoie, aggiungete un pizzico (anzi facciamo un bel cucchiaio) di romanaccio convinto, condite con un po' di sarcasmo, coscienza sociale e un armadillo: avrete quindi tra le mani “La profezia dell'armadillo”.
“La profezia dell'armadillo” è un volume edito da Bao Publishing, madrepatria di “Bone” di Jeff Smith, pubblicato nella sua ultima edizione a colori dopo quattro edizioni autoprodotte andate a ruba.
Zerocalcare, pseudonimo di Michele Rech, è un giovine nel pieno della “post-adolescenza” appassionato di telefilm e videogiochi, che un bel giorno, immagino, ha deciso di condividere con noi le sue vignette tramite uno strumento pericolosissimo: internet. Come ben si sa, internet è un morbo, ma di quelli seri. Quando il signore del male si unisce a Facebook (o Sauron, dipende da come siete soliti chiamarlo) non c'è via di fuga. Grazie al botta e risposta e a quel tremendo strumento del potere che è il tasto “mi piace”, Zerocalcare, con la promessa di pubblicare una vignetta a settimana, in breve tempo acquisisce fan e popolarità.
Accantonando per un attimo l'idea che questo ragazzo voglia conquistare il mondo, c'è da dire che i suoi disegni parlano a NOI. Noi, ragazzi con le bollette da pagare, noi ragazzi che temiamo lo spoiler più della varicella, noi che abbiamo fatto del walkman il miglior strumento di seduzione in autobus, noi che sappiamo che la frase “mi presti il bianchetto” vuol dire ti amo. Zerocalcare parla di tutto questo, ma c'è di più.
Quando comprai il volume de “La profezia dell'armadillo” lo seguivo sul suo blog da un po' di tempo. Conoscevo lo stile basato principalmente sull'ironia e conseguenzialmente credevo che il libro sarebbe stato una semplice raccolta delle strip già pubblicate. Mi sono dovuta ricredere alla terza pagina. Prima di tutto bisogna precisare che, all'interno del volume, non troverete neppure una delle “storielle” raccontate online. Non pensate che questa sia una precisazione da poco, perché ho visto cose che voi umani...ma andiamo avanti. Nelle prime pagine de “La profezia” succede qualcosa, qualcosa di forte, che scatena una serie di flashback nella mente di Zero: una storyline di base, che prosegue fino alla fine del libro, che viene intervallata da intramezzi comici che riprendono lo stile che abbiamo imparato ad amare tramite il blog. Conosciamo qui uno Zero preadolescente, fan di Kurt Cobain, un'atmosfera di fine anni '90 caratterizzata da eventi sociali e tattiche d'approccio. E poi c'è lui, l'Armadillo. Si contende il ruolo da protagonista con Zero rappresentando la sua coscienza e consigliandolo sempre su come agire. A volte può essere soppiantato da altri personaggi appartenenti al mondo del cinema, dei fumetti e dei videogiochi in quel momento più idonei a captare i sentimenti del giovane Zero. Tutto questo con uno stile di disegno che a più grandicelli ricorderà vagamente i disegnatori italiani, come Romano Scarpa, ma che mostra anche molti richiami alla cultura americana.
Lo consiglio a tutti. Non c'è un'età, un genere o una particolare specie aliena a cui non consigliare questo volume. Se volete ridere, commuovervi, riflettere o semplicemente avete anche voi un armadillo in casa, compratelo.
Non so più come convincervi se non linkandovi il suo sito: www.zerocalcare.it.
Se ancora non siete conviti – maledetti – vi comunico anche che sul sito della Bao Publishing c'è una piccola anteprima de “La profezia dell'armadillo”.