Non è semplice scrivere di “Macbeth”, almeno nella misura in cui è arduo rappresentarlo degnamente. Tra le tragedie di Shakespeare è quella che, più di tutte, esprime la bramosia del potere e la difficile lotta tra ciò che è giusto ottenere e ciò che si desidera realmente. In altre opere, il Bardo ha voluto rappresentare esseri infidi, senza scrupoli che, già dall’inizio, dimostrano la propria mancanza di moralità attuando piani articolati per raggiungere i propri sordidi scopi, degni del più perfido degli uomini. "Riccardo III" è forse l’esempio più calzante, già nelle sue deformità, Shakespeare lo addita come l’antieroe per eccellenza, odiato da tutti eppur geniale nel mettere in atto il suo terribile piano, calcolato fin nel più insignificante dettaglio. Il discorso su Macbeth è più complesso, inizialmente è l’eroe che si è distinto più di tutti in battaglia, che ha combattuto con onore per il suo re e il suo Paese e che celebra la vittoria assieme ai compagni, i quali non possono far altro che guardare a lui come a un esempio da ammirare. È proprio nel momento di festa che troviamo il “Macbeth” di Andrea De Rosa (in scena al Teatro Bellini fino a domenica 9 dicembre), l’ambientazione è moderna, i convitati sono quasi tutti ubriachi. Ascoltando i vaticini di tre inquietanti bambolotti che sostituiscono le streghe, i personaggi si mostrano divertiti all’inizio, inquieti in seguito, per quella nenia che sembra provenire dall’oltretomba.
Tra sguaiate risate e momenti di apparente spensieratezza, prende vita nelle menti di Macbeth e della sua Lady l’idea del regale delitto. Giuseppe Battiston è un Macbeth imponente in tutti i sensi, capace di passare dall’allegra ebbrezza iniziale a monologhi intimistici, per i quali modifica persino la voce mostrando la duplice natura del suo personaggio. Ma Macbeth non sarebbe se stesso senza di lei, la sua Lady, portata in scena da Frédérique Loliée in modo impeccabile. Di tutte le donne Shakespeariane, Lady Macbeth è la più vera, forte, risoluta, capace di comportarsi ‘come gli uomini’, è la più moderna e insieme la più deleteria. Lady Macbeth si fa carico di buona parte dei desideri del marito, fomenta le sue mire e lo incita ad esprimere i suoi desideri inconfessabili. La cantilenante voce della Loliée incanta e irrita allo stesso tempo, lei è solo uno dei carnefici ma paga il prezzo più alto, come accade sovente, è una donna vittima di se stessa. Il “Macbeth” di Andrea De Rosa rispetta quello che è il teatro Shakesperiano, rendendolo moderno, da una parte, ma tornando anche indietro nel tempo nella messa in scena cruda, con momenti che rasentano l’horror. Un brivido corre lungo la schiena dello spettatore quando la ferocia dell’uomo si presenta ai suoi occhi in tutta la sua forza. Una rappresentazione di questo genere rende il giusto tributo ad un teatro come quello Shakespeariano che, in origine, doveva rispondere ai gusti del pubblico elisabettiano, spesso non di alto lignaggio, che amava il sangue e le battaglie. Ciò che avveniva al Globe era uno spettacolo nel senso stretto della parola e portava sulla scena i grandi contrasti dell’animo umano. Il "Macbeth" non fa eccezione, anzi forse ne è il più grande emblema perché descrive quanto sia difficile esser uomini giusti e realizzare, al contempo, i propri desideri soprattutto se ciò che si brama è il potere che, citando una rubrica di MYGENERATION, logora chi non ce l’ha. La genialità di Shakespeare fa eco ancora oggi, dopo tanti anni la situazione non è affatto cambiata e i tabù del volere sono ancora inesorabilmente schiacciati dai dictat del dovere.
MACBETH
di William Shakespeare - traduzione Nadia Fusini
con Giuseppe Battiston, Frédérique Loliée, Paolo Mazzarelli, Marco Vergani, Riccardo Lombardo, Stefano Scandaletti, Valentina Diana, Gennaro Di Colandrea
regia Andrea De Rosa
Teatro Bellini di Napoli dal 4 al 9 dicembre