"Se telefonando": il bombardamento delle telefonate pubblicitarie

Venerdì, 18 Novembre 2016 14:02
  

Da anni veniamo bombardati da telefonate provenienti da società di marketing, aziende telefoniche, aziende fornitrici di acqua luce e gas e altre che propongono di sottoscrivere un pacchetto di programmi televisivi e quelli che a distanza vogliono venderci prodotti di ogni genere.

Chi è che non è mai stato disturbato dallo squillo del telefono durante la cena, durante il riposo pomeridiano o peggio ancora mentre è sotto la doccia?

La persona contattata, secondo un Provvedimento del Garante, avrebbe il diritto di opporsi immediatamente all'utilizzo dei propri dati, ma ciò non avviene, anzi, ad oggi i contatti telefonici mostrano una riduzione, bensì tendono ad aumentare. Altresì l'operatore avrebbe l'obbligo di non telefonare con numero riservato e di informare il consumatore del diritto all'oblio dei suoi dati mediante una semplice iscrizione al Registro delle Opposizioni, che tuttavia presenta un grosso limite perché ci si può iscrivere solo se il proprio numero è presente negli elenchi pubblici.

Il problema è che difficilmente le aziende aggiornano le liste dei numeri da non chiamare, anzi in molti casi non vogliono aggiornarla per poter continuare il loro telelavoro: al massimo ricevono una sanzione, certamente inferiore al loro guadagno previsto.

L'unica arma di difesa per l'utente è la visualizzazione sul display del numero che sta chiamando; se il numero è sconosciuto è possibile inserirlo su Google e vedere se è presente in una lista nera.

L'utente in molti casi non si mostra disponibile verso chi chiama, eppure dovrebbe rendersi conto che le seccature non provengono da chi sta chiamando, ma sono più a monte: le seccature provengono da multinazionali o da imprenditori che vogliono trarre profitto da continue telefonate fatte dai propri dipendenti. Questi lavoratori, spesso insultati, precari, gentili, stressati e a volte con una laurea nel cassetto e con una bassa autostima-che diminuisce di giorno in giorno per le risposte negative del cliente-ogni mattina ricominciano una nuova giornata identica a quella precedente, sapendo di non avere altre opportunità lavorative.

Per assurdo, sebbene in questo settore si registrino fatturati in attivo, i lavoratori si trovano in particolare difficoltà poiché queste grandi aziende hanno ben pensato di esternalizzare e delocalizzare le attività di call center per una logica speculativa e finanziaria che li spinge oltre confine, in paesi dove sono scarsi sia i salari che le tutele dei lavoratori.

Con i ricatti occupazionali non si crea lo sviluppo, ma si facilita il precariato e la guerra tra poveri.    

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