Siamo arrivati al giro di boa finale di questa edizione estiva di Altaroma, celebrazione ormai nota della moda romana.
Nelle ultime due giornate molti sono stati gli stilisti che hanno fatto sfilare le loro collezioni nella location di Pratibus District, partendo proprio dai finalisti di Who Is On Next?, progetto ormai arrivato alla sua quindicesima edizione, e che anche quest’anno afferma il suo ruolo di scouting project volto a promuovere nuovi talenti. AltaRoma, in collaborazione con Vogue Italia, ha decretato un vincitore per il premio FRANCA SOZZANI: a trionfare, il giovane Federico Cina, che grazie al suo istrionico contrasto di tessuti e stampe ha fatto votare in unanimità l’intera giuria presente.
La giornata procede con la sfilata di Italo Marseglia, una collezione di una purezza quasi celestiale: abiti bianchi declinati in tutte le sfumature con contorni in pizzo, anch’esso bianco, che danno quel tocco di eleganza che non guasta mai.
Insomma, un mix perfetto e in completa sintonia con il contesto.
A seguire la sfilata della collezione di Paola Emilia Monachesi, che dopo aver lasciato AU197SM ha creato Pryvice Fashion, un brand tutto suo che con geometrie, decoupage e zip hi-tech ha fatto impazzire tutti gli ospiti.
A quanto si dice la Monachesi non utilizza alcun cartamodello, tutto sarebbe realizzato a manichino e poi scannerizzato per ottenere modelli ancora più personalizzati. D’altronde l’arte del customize ormai ha preso piede anche qui in Italia e non si può certo dire che la riuscita non sia più che buona!
Infine, la passerella di ROME IS MY RUNWAY #1, una nuova iniziativa promossa appositamente per questa edizione estiva della Settimana della Moda di Roma, che pone sotto i riflettori i brand locali con sfilate collettive di designer provenienti dalla regione Lazio. Beh, una ventata di aria fresca per le vecchie generazioni e uno sguardo al futuro per tutte quelle che verranno.
Le foto sono state scattate dall'autrice dell'articolo.
Il 4 Luglio scorso si è dato il via alla Fashion Week Romana targata AltaRoma. Non solo una Fashion Week che mette in luce i migliori talenti italiani emergenti della città eterna, ma una vera e propria manifestazione che riempie di creatività il cuore pulsante della capitale.
Anche per questa edizione, come per la precedente di Gennaio, è stata scelta come location per l’evento il Pratibus District di Viale Angelico.
Il primo giorno di sfilate viene interamente dedicato alle Accademie di Belle Arti: da quella di Frosinone a quella di Napoli e del Lusso di Milano, per poi arrivare alla capitolina Accademia di Belle Arti di Roma.
Una prima giornata PER i giovani e che ai giovani è completamente ispirata.
Lunghi maglioni oversize ne fanno da padrone, azzardando molto su colori, patchwork e texture.
Una passerella, in particolare, ha catturato però l’attenzione di tutti.
Una copertina per questo articolo non lasciata puramente al caso: sto parlando della collezione dedicata alla “diversità” messa in scena da una delle Accademie in calendario e che ha portato a sfilare persone con problematiche fisiche di ogni genere: dal ragazzo senza una gamba, ad una coppia di bambine albine.
Un messaggio molto forte e di impatto che non è riuscito a passare inosservato. Una diversità che ci vuole far intendere come tutti in realtà
siamo così uguali di fronte alle sfide che la vita ci riserva.
Passiamo ora alla seconda giornata di ieri, dove due ragazzi, Dassù e Pasquale Amoroso, talenti scoperti grazie alla scorsa edizione di Showcase, erano in programma con la loro collezione P/E 2020 “I Am Whast I Am”, completamente ispirata alla cultura punk con abiti in nylon fluo e vernice. Insomma, una scarica di adrenalina non indifferente.
Non poteva poi di certo mancare l’Atelier Persechino, che con una sfilata di una raffinatezza più unica che rara, ha lasciato gli ospiti a bocca aperta.
Abiti che vanno dal bianco, al viola, creano quel distacco che mai disturba e rendono, anzi, l’abito ancora più aggraziato.
D’altronde non ci meravigliamo: il marchio firmato da Sabrina Persechino risulta sempre essere all’altezza di ogni passerella!
Si è concluso ieri il salone fiorentino del menswear più famoso e atteso degli ultimi anni: Pitti Uomo 96.
Come ogni anno la kermesse è ricca di personaggi di ogni genere e gentlemen da tutto il mondo, che, per l’occasione, si riuniscono nella location in Fortezza da Basso nella città di Firenze.
La manifestazione, iniziata l’11 Giugno, ha visto passare in città una quantità infinita di mise, che, stravaganti o meno, hanno fatto parlare di sé. La parola d’ordine? RIFLETTORI. Esatto, perchè tutti, da ospiti del mondo dello spettacolo e del cinema a influencer, hanno come unico scopo quello di essere paparazzati dal fotografo di turno che, diciamoci la verità, trova pane per i suoi denti.
Giacche con stampe a righe, camicie in seta, occhiali tartarugati, colori al limite del sobrio e cappelli da gondoliere, ne hanno fatto da padrone, e non venitemi a dire che per un uomo è difficile avere tante cose nel proprio armadio perché questa teoria è stata totalmente respinta!
Pitti Uomo è da sempre stata considerata universalmente come la fiera dell’eleganza maschile ed è proprio questo il mood che si segue a tutti i costi, spesso con abbinamenti eccentrici, altre volte con look centratissimi e “must-have”.
Molti erano i brand ospiti all’interno della Fortezza, con capi sempre giusti e per le occasioni giuste. Interi padiglioni e negozi dedicati alla moda uomo del momento: American Vintage, Best Company, Bikkembergs, Spektre, Borsalino, Fila e tanti altri, che esibivano le anteprime delle loro nuove collezioni al pubblico.
Tutto era al suo posto: ogni spazio curato nel minimo dettaglio, il personale cordiale e attento, insomma, dall’esterno all’interno si respirava l’aria incontenibile della passerella.
Ora non ci resta che attendere e cercare di carpire quali potranno mai essere le tendenze che accompagneranno la prossima edizione, con l’augurio che si vada sempre migliorando.
Le foto all'interno dell'articolo sono state scattate dall'autrice Camilla Greco.
Siamo giunti alla partita finale di questa 69° edizione del Festival di Sanremo, dove i protagonisti si sono letteralmente sbizzarriti e sfidati a colpi di eleganza e trash.
In apertura di serata troviamo una Virginia Raffaele potremmo dire quasi accecante, con un lungo abito nero nella parte superiore e rosso fuoco nella parte inferiore firmato Giorgio Armani Privè. Molti lo hanno definito eccessivo e non adeguato; altri lo hanno incoraggiato apprezzandolo per quell’assurdo tocco di colore che propriamente appartiene alla personalità della conduttrice: un rosso così acceso come lo spirito travolgente che, di diritto, aderiscono con l’estrema simpatia della Raffaele.
Virginia bene, ma non troppo!
Arriviamo ora al tutto d’un pezzo (ma forse anche meno in questa edizione Sanremese), Claudio Baglioni, che per le prime ore della serata finale decide di indossare un completo “total white”, sempre ineccepibilmente firmato Ermanno Scervino, che anche quest’anno ha deciso di curare la sua intera immagine da Festival.
Prevedibili le reazione del web, soprattutto quelle del popolo di Twitter: molti lo hanno omaggiato con l’esclamazione “Evviva lo sposo!”, altri ancora lo hanno paragonato al gelataio sottto casa.
Insomma Claudio, il successo non è stato assicurato.
In gara invece troviamo una Paola Turci che questa volta sceglie una corta tutina nera accompagnata da una giacca oversize, tutto esclusivamente firmato Dsquared2. Un look che non ha destato troppe polemiche, e che,
al contrario, è piaciuto parecchio per il portamento e la totale mancanza di volgarità nell’indossarlo. Brava Paola!
In conclusione abbiamo una Anna Tatangelo davvero radiosa.
Un outfit che ha allontanato a miglia di distanza qualsivoglia haters. L’interprete sceglie per l’occasione un lungo abito di velluto blu notte Atelier Emè che ha lasciato senza parole tutti i presenti, pubblico da casa compreso. Il tutto accompagnato da un paio di meravigliosi e scintillanti orecchini Ottaviani che le cadevano fino alle spalle. Stile impeccabile.
Link alle immagini:
Siamo giunti agli outfit della terza e quarta serata di questa 69° edizione del Festival di Sanremo e possiamo dire, con estrema certezza, che l’eleganza non ne ha fatto proprio da padrona, ma non perdiamoci in chiacchiere e andiamo a vedere quali sono stati i look (stravaganti o meno) di queste ultime due serate:
In apertura della serata di Venerdì troviamo una radiosa Virginia Raffaele, che punta sulla purezza del bianco firmato Gianbattista Valli.
Un lungo abito stile impero che ricorda un po' la famosa Marylin Monroe nel film “Quando la moglie è in vacanza” (lunghezza dell’abito a parte).
I gioielli Chopard le danno quel tocco di femminilità in più, anche se il trucco così marcato tra labbra e occhi, stona un po' con il candore dell’intera mise.
Passiamo poi alla super ospite della terza serata: la grintosa Alessandra Amoroso, che per l’occasione sceglie di indossare un look firmato Dolce&Gabbana che però decisamente non ha messo tutti d’accordo.
L’estrema giacca di piume ha difatti sbizzarrito il popolo del web che addirittura la paragona con meme divertenti al personaggio del Trono di Spade Jon Snow.
Beh Ale, diciamo che potevi fare di meglio!
Nella quarta serata di ieri invece lo scintillio ne è stato il protagonista assoluto (forse anche un po' troppo): Virginia Raffaele, con un abito monospalla Philosophy di Lorenzo Serafini, incanta tutti.
Un abito che sembrava fatto a posta per lei e che indossato non ha deluso minimamente le aspettative.
Capelli sciolti e trucco quasi inesistente, sono stati molto apprezzati dal grande pubblico donandole un’aria garbata e raffinata.
È ora arrivato il momento del “dirottatore” artistico come lui ama definirsi, Claudio Baglioni, che decide di indossare un abito argento firmato Ermanno Scervino, forse per riuscire ad eguagliare l’eleganza dell’anno scorso di Pierfrancesco Favino che in una delle cinque serate del Festival decise di indossare anch’egli un abito color argento, ma che, diciamoci la verità, era proprio tutt’altra cosa in fatto di resa.
Quello di Baglioni è stato uno degli outfit maggiormente criticati dal web, che per ragion ovvie, è stato comparato addirittura all’interno di una borsa frigo.
Claudio forse questa scelta non è stata proprio un’idea brillante!
In conclusione abbiamo Einar, che con un completo Dolce&Gabbana ci delizia a livello di sobrietà. Non da meno lo è stato però uno dei due suoi accompagnatori di duetto: Simone Baldasseroni in arte Biondo, che con un completo tempestato di swarovski di certo non è passato insosservato..
Sarà finita qui l’eccentricità, oppure ci dovremmo aspettare un’ultima puntata a colpi di kitch? Staremo a vedere.
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E’ arrivato il momento di cominciare a tirare qualche somma su quelli che sono stati gli outfit più eleganti, stravaganti e chiacchierati di queste prime due Serate della 69° edizione del Festival di Sanremo.
Nella prima delle cinque serate previste, apre con un abito nero e vertiginoso spacco bianco firmato Giorgio Armani Privè, la meravigliosa co-conduttrice Virginia Raffaele. A parer di molti un abito sin troppo serioso che non rispecchia a pieno la personalità della comica, ma che in realtà è riuscita ad incantare tutti i presenti proprio per la sua raffinatezza e signorilità.
Nessun dettaglio particolarmente scintillante o eccessivo et voilà, il risultato è stato onesto e allo stesso tempo di classe.
Cavaliere della bella Virginia, il simpatico Claudio Bisio, decide invece di indossare per la prima serata un abito firmato Etro.
La giacca appariscente, grazie a ghirigori intarsiati di brillantini e quel pizzico d’oro che ne faceva da accompagno, divide l’Italia in due: chi pensa sia stato un azzardo fin troppo grande; chi crede sia stata una scelta stilistica più che azzeccata, proprio per dare quel brio in più ad una serata già di per sé difficile da affrontare e con poco colore all’orizzonte.
Nonostante le critiche, ne è stata apprezzata l’ironia e la spensieratezza con cui Bisio sia riuscito ad indossarla.
Passiamo ora alla seconda serata, dove l’eleganza ha lasciato il posto a quel tocco di colore che sinceramente un po' tutti stavamo aspettando.
Qui troviamo una Virginia Raffaele quasi fiabesca.
L’ampio abito rosso firmato Atelier Emè ha fatto la sua emozionante figura. Un abito che non ha lasciato spazio per nessuno; un abito che si è
dimostrato all’altezza di quel palco, all’altezza del corpo di Virginia, che, nonostante stesse recitando una gag divertente, non è riuscita a distogliere l’attenzione sulla maestosità di ciò che stava indossando.
Beh che dire, senza parole!
Per chiudere, ma non per ordine di bellezza o importanza, la raggiante Michelle Hunziker, che con il suo doppio abito firmato Giorgio Armani Privè, si è dimostrata dinamica e versatile.
Uno stretto corpetto che le cinge la vita, una gonna a dir poco da sogno che però sotto nasconde un comodo pantalone.
Come sempre la Hunziker è riuscita a stupire, e stavolta non indossando un vestito del suo amato marito Trussardi!
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Secondo giorno di Fashion Week romana, un solo nome: GIADA CURTI.
Una stilista che delll’Haute Couture è sempre stata una delle regine incontrastate.
In occasione dell’edizione invernale di Altaroma nella spumeggiante location di “Pratibus District” di Viale Angelico, la Curti presenta la sua collezione primavera/estate, e non esagero con il dire che stavolta, a detta di molti, la signora abbia superato se stessa.
Colori leggeri quelli usati dalla stilista, ma anche tonalità che vanno da un giallo molto acceso ad un carta da zucchero tenue ma convinto.
Per chi conosce alla perfezione lo stile di Giada, sa benissimo che le gonne sono la sua specialità: ampiezze esagerate stile anni ’50 e giochi con le lunghezze sono il suo marchio di qualità.
Nessun ospite è riuscito a non rimanere incantato dalla purezza di questa collezione. Il portamento aggraziato che questi abiti ti inducono ad avere è ottenuto da un mix che alla Curti è sempre stato a cuore: famiglia e lavoro. Due punti fermi che nelle sue creazioni si rispecchiano in modo molto convincente.
E poi il gran finale: una scelta accurata che si è orientata verso la semplicità ma anche verso quello scintillio che appartiene in fondo ad ogni donna: le ultime tre uscite, saranno quindi dedicate alla luminosità, al glitter, dove trasparenze “vedo non vedo” saranno ancora più d’effetto, già più di quanto l’intera collezione abbia donato ai nostri occhi.
Al momento dei saluti non poteva mancare la standing ovation da parte di tutto il pubblico presente in sala e il ringraziamento speciale, da parte della stilista, al marito Antonio Curti.
Beh che dire, davvero bravissima e talentuosa la nostra Giada!
E’ iniziata il 24 Gennaio la settimana della moda romana targata Altaroma, stavolta però in una location totalmente nuova: gli spazi del “Pratibus District” in Viale Angelico 52, nel cuore di uno dei quartieri più belli di Roma, un tempo facente parte di quelli che venivano definiti “immobili in disuso”.
In questa prima giornata le stravaganze non sono di certo mancate ma il lusso ne ha sempre fatto da padrone.
La mattinata comincia con la sfilata dell’emergente brand selezionato dalla Camera Nazionale della Moda Italiana, Edith Marcel: una collezione uomo/donna, dal nome già irrequieto, “The Activist”, che ha lasciato alcuni ospiti senza fiato.
La palette colori si articola in toni che vanno dal nero, al rosso, con dettagli glitter e ricchi di pailettes.
Uno stile che si può definire “genderless” quello del marchio Edith Marcel, ovvero quella tendenza “unisex” che tanto sta piacendo al mercato in questi ultimi anni ma che ancora si fatica a vedere sotto una luce non critica e chiara.
Di seguito si è ospitata la sfilata della giovane Martina Cella, ex studentessa di Fashion Design della Scuola di Moda Istituto Marangoni di Milano. La collezione si è dimostrata, sin dalle prime uscite, molto poliglotta e tagliente. Anche qui troviamo colori sgargianti.
Ma la cosa che più colpisce, è l’uso della finta pelle per quanto concerne pantaloni, magliette/camicie e lunghi stivali alti. Gonne a frange e scarpe animalier, sono stati l’arma vincete che ha fatto letteralmente impazzire tutti i presenti.
E siamo arrivati ai Red Carpet di chiusura di questa 13° edizione di Festa del Cinema di Roma 2018, tra gli ospiti abbiamo il giovane attore Giulio Berruti che sfila insieme ad altri suoi colleghi per l’anteprima del film di Paolo Virzì “Notti Magiche”. L’attore per l’occasione opta per un completo gessato grigio scuro, (scelta tra l’altro mai errata), che da quel tocco di classe in più. Barba incolta e capello arruffato donano particolarmente a Berruti, gli attribuiscono un’aria quasi da “bad boy”.
Ritroviamo anche la meravigliosa attrice Miriam Galanti, che stavolta opta per un abito lungo e svolazzante firmato Kuea. Il sopra del vestito, ricoperto da texture floreale finisce con una una lunga gonna color indaco che perfettamente si abbina con il resto. La Galanti, sempre disponibile e gentile con i fotografi, si presta molto bene all’obiettivo oltre che per la sua innata bellezza anche per la sua
carismatica attitude.
Anche la showgirl italiana Alessia Fabiani, (che ormai è di casa qui alla Festa del Cinema di Roma), non si fa attendere. Con un abito nero ricco di pizzi e trasparenze qua e là firmato Babylon, tiene testa alla kermesse con quell’aria sempre sorridente ed entusiasta.
In chiusura abbiamo una delle protagoniste del cast del film di Paolo Virzì, l’adorabile Irene Vetere, che con il suo abito coloratissimo firmato Fendi e una scarpa molto semplice ma coordinata con l’intero outfit firmata Samuele Failli incanta tutti gli spettatori.
Un sorriso invidiabile quello della Vetere, tanto da far impazzire anche i fotografi che cercano in tutti i modi di catturare negli scatti il suo viso così adolescenziale ma che nasconde una maturità insita.
Si chiude così anche questa edizione della passerella cinematografica italiana e straniera. Non ci resta che attendere le star che calcheranno il tappeto rosso il prossimo anno e sperare che il buongusto (e perché no, anche le stranezze) siano sempre al top.
Apre questo nono giorno di Festa del Cinema una inaspettata apparizione: lo stilista e imprenditore italiano Giorgio Armani, che si presenta sul tappeto rosso con il suo solito impeccabile charme e una eleganza degna del re indiscusso della moda italiana. Concede un sorriso ad ogni singolo fotografo, lasciando trasparire un leggero imbarazzo iniziale. Completo nero con cravatta perfettamente abbinata non lasciano spazio a nessun altro pensiero: la signorilità non si compra.
A seguire sul Red Carpet troviamo Aurelio De Laurentis (produttore cinematografico e fondatore della Filmauro insieme al padre Luigi) che per la presentazione del suo nuovo film “La grande guerra” decide di indossare per l’occasione un raffinato completo organizzato nel minimo dettaglio: scarpa classica lucida, cravatta nera e la disponibilità che mai deve mancare in situazioni del genere.
Anche l’attrice Nathalie Rapti Gomez, si presenta con un look classico ma che mai sarà fuori luogo. Abito nero sopra al ginocchio con un vertiginoso spacco sul seno. Di certo la Gomez, anche grazie al suo viso un po' sbarazzino, ha incantato fotografi e non, mostrando che oltre alla bellezza c’è tanto altro.
In conclusione di giornata un’affascinante Lucrezia Lante della Rovere, attrice molto acclamata in italia, che non opta per nessun abito vistoso.
La scelta ricade su un pantalone nero a palazzo e una liscia maglia pesante in coordinato con l’intero outfit.
Una penultima passerella di Roma Cinema Fest aggraziata, fashion e ricca di grandi ospiti.