Videogiochi

Videogiochi (109)

Chi si è avvicinato al mondo dei videogiochi con gli occhi sognanti di un bambino sa certamente che la sua passione, a stento tollerata quando era infante, adesso gli comporta esclusivamente critiche e sbeffeggiamenti. “I giochini sul computer ti fanno male agli occhi, ti spengono il cervello, leggiti un libro piuttosto!” è il cavallo di battaglia dei genitori e di chiunque associ la parola “tecnologia” a “stregoneria”. Non sono pochi. In quanto videogiocatore, la cosa mi ha sempre infastidito e negli anni passati, a sentire queste critiche ho elaborato una mia “vendetta”, una risposta così radicale da suonare quasi blasfema alla pronuncia: i videogiochi sono come i libri. Panico, gente che dà in escandescenza per l'incredulità, svenimenti. Ma in realtà è semplice, basta ragionarci: cosa ci fa piacere un buon libro? Una bella storia, per esempio, con personaggi e dialoghi ben strutturati, capaci di rimanere impressi nella mente. Più nello specifico? Esplorare un mondo nuovo con gli occhi di un’altra persona, immergerci in una realtà che mai avremmo immaginato e vivere vite che non avremmo mai vissuto. Non vi sembra che ci sia qualche punto in comune? È più interattivo, più impegnativo talvolta, ma non è forse lo stesso mondo? Sono storie, le stesse storie che ieri incantavano i nostri genitori e che oggi incantano noi. Ci sono solo un po’ di pixel.

Il famoso servizio di streaming Netflix intende entrare nell’industria dell’intrattenimento videoludico, offrendo anche videogiochi oltre a film e serie tv, entro il prossimo 2022. Sembra che Netflix non abbia intenzione di aumentare i prezzi dei pacchetti d’abbonamento per i suoi nuovi videogame, sebbene non si possa escludere un successivo aumento delle tariffe.

 

Di recente la società ha assunto Mike Verdu, dirigente di grande esperienza nel settore videoludico, come Vice President of Game Development per Netflix. Verdu è stato il vicepresidente di Facebook per i contenuti di realtà virtuale per Oculus Studios e direttore operativo per la gestione dei giochi FrontierVille, CastleVille e Mafia Wars. In precedenza è stato anche produttore esecutivo di Command & Conquer 3 e vicepresidente senior di Electronic Arts, la sezione della compagnia videoludica dedicata a giochi mobili come The Sims Freeplay, SimCity BuildIt e Plant vs Zombies 2.

 

Negli ultimi mesi, i dirigenti della società avevano già anticipato la loro volontà di introdurre videogame nella piattaforma. Questa scelta nasce dalla consapevolezza di essere in forte competizione con il mercato dei videogiochi, per l’intrattenimento delle persone durante il loro tempo libero. Inoltre, anche la competizione nel mercato dello streaming è aumentata sempre di più negli ultimi anni, con la creazione di nuovi servizi che offrono contenuti originali ed esclusivi come Amazon Prime Video e Disney+.

 

Anche se nel proprio campo Netflix rimane la società dominante a livello mondiale con oltre 200 milioni di iscritti, quest’anno non ha raggiunto il conteggio previsto per il primo trimestre del 2021. Questa perdita di attrattiva potrebbe essere compensata con l’offerta di videogiochi, che procurerebbe nuovi clienti interessati ai giochi, ma aiuterebbe anche a valorizzare i contenuti video già presenti e a mantenere gli utenti attivi più a lungo su Netflix. Dopo aver visto una serie Tv o un film, gli utenti si interesserebbero anche al videogioco ad essi ispirato, sentendosi maggiormente coinvolti nelle storie alle quali si sono affezionati. Per far interagire maggiormente il pubblico, la società aveva già provato ad esplorare nuovi format, ad esempio proponendo l’episodio interattivo della serie Tv Black Mirror del 2018, in cui si dà la possibilità agli spettatori di compiere delle scelte durante lo sviluppo della storia. Inoltre, nel 2019, Netflix si era orientata già verso l’industria dei videogiochi concedendo in licenza i diritti sulla serie Stranger Things 3, a una società terza che ha ideato un videogioco per smartphone a pagamento.

Il mercato dei videogiochi, però, è notevolmente competitivo e già altri creatori di contenuti video hanno tentato la stessa strada di Netflix con risultati poco soddisfacenti. Disney, per esempio, ha chiuso il proprio studio di produzione di videogiochi nel 2016, dopo un calo delle vendite. Da allora, la concorrenza è ulteriormente aumentata: oltre a quella di aziende storiche come EA, Ubisoft e Activision Blizzard e di quelle che dominano il settore delle console come Microsoft e Sony, negli ultimi anni si è aggiunta anche quella di operatori che offrono giochi in cloud come Google e Amazon.

 

 

 

 

 

 

 

Link alla foto: https://www.gamelegends.it/wp-content/uploads/2021/07/Netflix-copertina-970x570.png

Vi piace Lupus in Tabula o giochi simili ma vorreste giocarci anche a distanza? Bene, allora amerete Among Us. Il videogioco in realtà è uscito due anni fa, ma solo da un paio di mesi è diventato un vero tormentone, conquistando una platea davvero ampia e variegata. Among Us è un gioco online dai 4 ai 10 giocatori; i membri sono degli astronauti che devono portare a termine una serie di missioni (minigiochi) per la manutenzione di una navicella spaziale, mentre uno o due personaggi sono degli impostori.


Il vero scopo di questi ultimi è uccidere gli altri partecipanti e viceversa ma, mentre i primi possono eliminare direttamente gli altri giocatori, i restanti membri devono votare chi ritengono sospetto per escluderlo. Durante una riunione dell'equipaggio, per un tempo limitato è possibile discutere in una chat scritta, spiegando il proprio alibi e quali sono le motivazioni che spingono a pensare che uno dei personaggi sia l'impostore. Tuttavia, quando un crewmate viene ucciso dall'impostore, non può fare nulla ma solo aspettare il termine della partita.


Inizialmente, gli ideatori del gioco avevano intenzione di creare Among Us 2, ma l'ipotesi è stata bocciata e sostituita dall'introduzione di modifiche all'attuale versione già esistente. Proprio per questo, ultimamente, il team di sviluppo sta cercando di cambiare delle funzioni. Già questo mese si è pensato di dare la possibilità di nascondere il proprio nome durante le riunioni, così da aumentare il fattore inganno e rendere il gioco più avvincente. Un'ulteriore modifica riguarda la task bar che mostra le mansioni da svolgere; quest'ultima potrà essere sempre attiva o si potrà scegliere di rimuoverla. Un cambiamento ideale ma non ancora reale sarebbe quello di introdurre anche gli Angeli Custodi. In questo modo i giocatori, invece di annoiarsi post mortem attendendo la fine del match senza poter fare nulla, potrebbero tentare di intervenire per proteggere gli altri dal traditore.


Among Us è divertente con gli sconosciuti ma sarà senz'altro esilarante con gli amici: è un vero e proprio gioco di società ma in versione virtuale, che non richiede troppo impegno ed è adatto agli amanti della strategia, dell'inganno e della deduzione. Il videogioco sta riscuotendo tanto successo perché rappresenta un semplice ma travolgente modo per passare qualche minuto in compagnia digitale, anche quando non è possibile incontrare gli amici di persona. Soprattutto ora, durante questa seconda ondata di Covid-19, è preferibile evitare di ritrovarsi in grandi gruppi e presto potremmo anche essere vicini ad un nuovo isolamento. Data la situazione, dunque, questo videogioco potrebbe essere un piccolo modo per sentirsi più vicini a persone irraggiungibili e una possibilità per passare un po' di tempo stando virtualmente "among us".

 

 

 

 

Link all'immagine originale: https://cdn-2.tstatic.net/tribunnews/foto/bank/images/game-among-us-yang-menjadi-viral.jpg

Siamo ormai in una fase due inoltrata, diciamo: hanno riaperto i negozi, hanno riaperto parrucchieri, barbieri e centri estetici, hanno riaperto i bar e i ristoranti (in Campania da oggi). Le strade si sono fatte più rumorose, i marciapiedi si sono riempiti di gente (forse un po’ troppo), la vita riesplode dopo due mesi di quarantena.
Eppure ciò non significa che il pericolo sia passato e che ci si possa buttare alle spalle la prudenza. In fondo, stare a casa non è così male, soprattutto ora che giunge ad allietarci un nuovo gioco con protagonista il governatore più teatrale del 2020.

Sì, già avevano realizzato un videogame con protagonista Vincenzo De Luca, governatore della Campania (ne parlammo qui), ma la sua popolarità, che non tende minimamente a calare, anzi (!), ha ispirato un secondo gioco online. Si tratta di De Luca Run, che sta spopolando nelle ultime ore.

Scopo del gioco è quello di far procedere il nostro governatore preferito, il cui avatar ricorda un po’ quello di SuperMario, in avanti raccogliendo il maggior numero di mascherine possibili. Alcune sono al suo livello, altre sono posizionate in alto e ci si arriva saltando su delle appetitosissime pizze. La difficoltà? Beh, molti ostacoli si frappongono tra Vincenzone e le preziose mascherine: dai “cinghialoni” che corrono sul lungomare a viso scoperto a Feltri, passando per Conte e Sgarbi che appaiono tra un annuncio e una critica. Sfiorare uno di questi personaggi comporta il game over e il dover ricominciare dall’inizio.
Ad accompagnare l’esperienza di gioco c’è un mandolino che fa da sottofondo alle voci autentiche dei nostri beniamini coi loro cavalli di battaglia. Divertentissimo!

E voi che aspettate? Provatelo cliccando quiqui!




Foto di: Annachiara Giordano

Certo, alla terza settimana e oltre il dover stare sempre a casa inizia a farsi un po’ pesante (ma è importante, continuiamo a farlo, per noi e per coloro a cui vogliamo bene!), ma il mondo di internet sa sempre come ricompensarci. Quotidianamente, infatti, si riversano sugli schermi dei nostri smartphone e pc una valanga di meme e immagini divertenti per allietare un po’ le nostre giornate. E ce n’è per tutti i gusti: da Mattarella che ricorda giustamente all’irrequieto Giovanni che manco lui va dal barbiere alle Bimbe Di Conte, nuovo sex symbol italiano, passando per De Luca che parla di “portaseccia” e di teste fatte solo per separare le orecchie.

Ed è proprio al governatore della Campania che si ispira quella che siamo sicuri diverrà la vostra attività preferita durante la quarantena, oltre a mangiare.
Stiamo parlando di “Laureati Invaders”, nuovo videogame online gratuito (clicca qui) che ha per protagonista proprio il nostro guerrafondaio preferito. Impersonando De Luca, l’obiettivo del gioco è proprio quello di impedire ai laureati di festeggiare il loro traguardo accademico, invadendo la Campania. Come? Poiché il governatore aveva minacciato di inviare i carabinieri coi lanciafiamme a qualsiasi festa, sarà proprio De Luca ad imbracciare l’arma e difendere la sua terra.
Il gioco è ispirato ad un classico d’altri tempi, Space Invaders, ed è introdotto (e concluso, nel caso del game over) dalla voce del governatore.

Una simpaticissima e pazzesca idea, ma – si sa – genio e follia sono sempre andati a braccetto!




Link alla foto: https://www.drcommodore.it/2020/03/30/laureati-invaders-il-gioco-del-governatore-de-luca-per-fermare-i-neo-laureati/

Ve le ricordate le avventure grafiche? Quei videogiochi che facevano sognare e qualche volta imbestialire gli aspiranti nerd davanti ad uno schermo? Chi è cresciuto a pane e George Lucas non potrà non ricordare i capolavori della LucasArts: vere e proprie storie che rivaleggiavano con quelle dei film.


Chi ha qualche capello bianco ricorderà, tra i tanti videogiochi pubblicati, le avventure ambientate a Monkey Island che tenevano incollati alla scrivania fino a tarda notte.


Trent'anni fa si aspettava con impazienza l'uscita del supporto materiale, che poteva essere anche un un nuovo manageriale o una nuova ed esilarante avventura grafica di Guybrush Threepwood. Invece oggi si acquista tutto in rete con un semplice click. Infatti per l'acquisto si può ricorrere al collaudato Steam, ma i nostalgici, in mancanza dei vecchi computer (Amiga, Atari, Commodore...), che ormai appartengono alla storia dell'informatica, possono utilizzare gli emulatori per i vecchi videogames a 8 e 16 bit che hanno scaldato i cuori dei millennials.


La notizia di questi giorni è che uno di questi emulatori, lo ScummVM, ha potenziato il suo motore grafico per permettere anche ad altri videogiochi di entrare nella lista di quelli già supportati dal famosissimo programma. Si potrà giocare finalmente anche con Cranston Manor, con Full Pipe e con tanti altri games diventati abandonware.


È possibile scaricare la nuova versione cliccando quicliccando qui che potrà essere utilizzato su tutti i PC Windows, su Linux, su Mac Os e finalmente anche su Playstation3 e Dreamcast.


Non dite che non vi avevo avvisato!

 

I videogames attuali sono senz'altro spettacolari, ma purtroppo freddi. Gli odierni sviluppatori, bravissimi nella parte grafica, magnifica, realistica e piena di colori, lo sono meno nel riuscire a coinvolgere e a far appassionare i giocatori, cosa che riuscivano a fare gli sviluppatori dei vecchi cari videogiochi.


Ridatemi il vecchio SimCity e Prince of Persia. Ridatemi quei giochi che mi trascinavano nel computer, quelli che mi scatenavano l'adrenalina, quelli che mi facevano ridere e quelli che mi facevano sognare.

Continua la nostra lunga intervista con Marco Accordi Rickards. Qualora vi foste persi la prima parte, la trovate facendo clic qui!

 

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Qual'è l tua opinione circa il ruolo dell' Italia nel variegato settore dello sviluppo?
L' Italia è un paese da sempre noto per la genialità, la creatività e il valore dei suoi artisti e ciò si riflette nei videogiochi. Abbiamo dei grandi nomi che lavorano all'estero, ma il nostro problema è quello di una scarsa produzione interna dovuta anche alla poca consapevolezza da parte delle istituzioni. Tuttavia negli ultimi anni, l'associazione di categoria AESVI, che unisce gli editori, sviluppatori, publisher come Nintendo, Sony, Microsoft, Ubisoft e così via, si è mossa bene, aggregando gli sviluppatori, portandoli alle fiere internazionali e aiutandoli con una serie di interventi legislativi come la Tax Credit, perciò abbiamo un mercato fiorente. I dati del 2016 parlano di un'industria molto cresciuta, tornata sopra il miliardo di euro annuo di fatturato, e con un incremento del settore digitale a 2 cifre, è cresciuto anche il settore dello sviluppo, per non parlare dei tanti studi che sono nati e che realizzano prodotti d'eccellenza. Questo fa pensare che a breve avremo i primi grandi successi, fondamentali per innestare il circolo virtuoso di crescita di un'autentica importante industria della produzione del videogioco. Sono molto ottimista, perché abbiamo veramente tutti i talenti e ora che comincia a costruirsi il giusto substrato legislativo, economico e industriale, credo che l' Italia potrà competere ad alti livelli anche nel campo del gaming.

 

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Vigamus porta avanti attività di rilevo come ospitare importantissimi personaggi, presentare nuovi titoli, organizzare convegni di respiro internazionale. Quali sono gli eventi in programma nel prossimo futuro?
Lo slogan di Vigamus è "Passato, Presente e Futuro del Videogioco" perché crediamo che per un medium interattivo, moderno e in continua evoluzione, sia inutile rinchiudersi nel recinto di un museo tradizionale, che si limita a preservare la storia custodendo oggetti antichi nelle teche. Il videogioco sfugge a questa dimensione: ne raccontiamo la storia, ma guardiamo alla sua evoluzione, a quella del mercato e dell'industria, tentando di capire dove sta andando. Ciò ci permette di essere la casa di tutti i videogiocatori. Organizziamo eventi, portiamo i protagonisti – quelli che I videogiochi li fanno – e creiamo attività legate alla formazione: all' interno dell' offerta formativa abbiamo infatti ospiti internazionali di grande caratura. Abbiamo organizzato una conferenza – il Gamerome – con ospiti come Tim Willits, direttore di id Software, la casa di Quake, Doom e Rage, Marty O'Donnell uno dei più grandi compositori di musica dei videogiochi (due nomi su tutti Halo e Destiny), autori di culto come Dennis Dyack, indimenticato padre di Blood Omen: Legacy of Kain (Playstation) ed Eternal Darkness: Sanity's Requiem (Nintendo GameCube), Robert Krakoff fondatore di Razer, la più grande azienda di accessori per PC, videogiochi e non, Tomonobu Itagaki, importante artista giapponese (Dead or Alive e Ninja Gaiden). Continueremo a portare grandi nomi sia in ambito accademico, sia in eventi aperti al pubblico: il nostro filo diretto con l'industria internazionale e gli artisti rimane parte della nostra mission.

 

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Continua...

Marco Accordi Rickards, giornalista del settore videoludico e fondatore del Vigamus, museo permanente del videogioco, qual'è stato il tuo percorso?

È una bella storia, iniziata nel modo più strano. Sin da bambino ho infatti amato i videogiochi, e una volta studente di giurisprudenza mi sono trovato ri-catapultato in questo ambiente. Durante il praticantato facevo dei lavoretto per una piccola casa editrice romana traducendo articoli inglesi di videogiochi e fumetti: questa prova andò così bene che ricevetti una telefonata in cui mi si proponeva un posto da redattore fulltime per due riviste di prossima uscita legate alla Playstation 2, e ai Pokémon. Mi buttai così nel mondo del giornalismo, così diverso dal mio, in uno di quei momenti alla Sliding Doors: ho letteralmente lasciato tutto e dopo pochi giorni ero in redazione a scrivere sulle stesse riviste di videogiochi che avevo letto per tutta la vita. Sono passati 17 anni e non mi sono mai pentito di questa scelta. Oggi continuo a fare il giornalista, dirigo GamesVillage.it e riviste come Retrogame Magazine e PSM, e, col passare del tempo, ho iniziato a interessarmi al lato culturale del videogioco. Insegno infatti in due università: la Link Campus University e l'Università Tor Vergata; poi, nel 2012 è nato Vigamus di cui sono fondatore e direttore.

 

Vigamus 1


Come nasce l'intuizione di creare un museo del videogioco?

Non credo sia stata un'intuizione. Il museo mancava, e va benché ci avessero pensato in molti, la difficoltà era quello di realizzarlo. L' idea è nata nel 2008, ma abbiamo aperto ad ottobre 2012, dopo 4 anni a risolvere problemi economici, burocratici, culturali, di percorso, di collezione, di organizzazione, di know-how. Francamente, chi è che sa come si crea da zero un museo? Io l'ho imparato giorno per giorno assieme ai miei collaboratori, e, con grandi lotte e sacrifici, l'abbiamo reso un museo riconosciuto, ufficiale, unico nel suo genere in Italia e secondo in Europa dopo Berlino. Siamo entrati nell'ICOM ( International Council of Museums) e assieme ad altri due promotori abbiamo costituito EFGAMP, la federazione europea che intende preservare la storia del videogioco come bene artistico,culturale e digitale. Ci battiamo per la sua valorizzazione e la sua specificità umanistica, al di là dell'evoluzione come piattaforma informatica. Questo perché a noi interessa l'autore che inventa e crea piuttosto che la base informatica.

 

Vigamus 2


Come nasce Vigamus Academy ovvero l'Università del Videogioco? Quali sono gli obiettivi del suo percorso formativo? Vigamus Academy è il nostro progetto più ambizioso: fare alta formazione nel campo dei videogiochi. Ho insegnato in diverse università , allo IULM a Milano, allo IED e all' Accademia di Belle Arti a Roma, e ancora adesso insegno alla facoltà di lettere di Tor Vergata. Da queste esperienze ho maturato la voglia di creare un percorso più organico sul videogioco con valore di laurea, cosa che, del resto, all'estero già c'è. Una volta trovato il partner giusto, Link Campus University, abbiamo strutturato un programma di laurea triennale che sta per diventare magistrale, per formare ragazzi e dotarli di un titolo a tutti gli effetti e di un curriculum declinato sui videogiochi. Una parte di corso esplora tutti i terreni tipici di business, marketing e comunicazione mentre l'altra è più legata allo sviluppo, al design, all'utilizzo di strumenti come Unity e Real Engine per il game development e l'art direction, senza dimenticare aspetti come la localizzazione. In autunno avremo i primi laureati, alcuni dei quali hanno già trovato lavori importanti: uno studente è stato infatti assunto da CD Projekt Red, gli autori di The Witcher, forse il gioco di ruolo più bello mai realizzato.

 

Vigamus 3

 

Continua...

Enorme gaffe quella di ANSA e a seguire di tutte le testate giornalistiche che danno per morto il papà di Pac-Man.


Infatti il deceduto non è Tohru Iwatani, ovvero l'unico vero creatore della pallina mangiatutto, ma Masaya Nakamura, colui che nel 1955 fondò la Namco (conosciuta oggi come Bandai Namco). Imprenditore 91enne, l'unico apporto che diede al gioco, oltre ai fondi per la prima pubblicazione nel 1980, fu quello di cambiare il nome da Pakkuman, ("Uomo che mastica", in occidente Puck-Man) in Pac-Man, per evitare che il nome venisse storpiato in Fuck-Man.


Pac-Man 1


Oltre al madornale errore di attribuzione, l' ANSA, ha sbagliato a trascrivere il nome della Società che da Namco, si è trasformata in Nemco (corretto poi nelle scorse ore).


Gli internauti, sono stati i primi a render noto l'errore, commentando anche in maniera simpatica:


Pac-Man 2

 

Pac-Man 3


Una cosa è sicura, ai fan stamattina è preso un colpo! Certo, approfondendo si saranno rasserenati, ma... chissà come avrà reagito Tohru?


Probabilmente una grattatina se la sarà concessa...


Pac-Man 4

Nell'articolo precedente (che trovate facendo clic qui) vi ho parlato del programma di allenamenti ideato da Netflix. Il colosso dello streaming però sembra non volersi fermare qui nel suo processo di differenziazione dell'offerta: oltre alle serie tv e agli allenamenti, ora propone anche Flix Arcade, un videogame! Sì, ora Netflix fa anche i videogame. Immagino che uno di questi giorni Netflix farà anche il caffè o aprirà dai ristoranti in tutto il mondo.

 

Ma di che si tratta? Flix Arcade Appartiene alla categoria dei cosiddetti "endless run", ovvero uno di quei giochi (il più famoso dei quali è probabilmente lo scaricatissimo Temple Run) in cui il personaggio da noi interpretato corre senza sosta mentre raccoglie monete o altro, uccide nemici, salta ostacoli e compie missioni.


L'originalità sta nel fatto che il personaggio in questione va scelto da noi tra i protagonisti delle serie tv di Netflix!

 

Flix Arcade - il videogame di Netflix 02

 

Possiamo quindi saltare in sella alla bici di Mike di Stranger Things oppure immaginare di essere in fuga come Pablo Escobar di Narcos e ancora metterci negli arancioni panni di Piper di Orange is the New Black oppure prendere le sembianze di Marco Polo (della omonima serie).

 

Per giocare basta premere la barra spaziatrice, dopo aver cliccato qui (https://flixarcade.netflix.io/) Buon divertimento!

È di circa un mese fa, ovvero del 3 dicembre 2016 la notizia di un sequel del videogioco horror-survivor più bello di sempre: a distanza di 4 anni dall'uscita di The Last of Us in Giappone nel lontano giugno 2013, è stato reso noto l'avvenimento che tutti i gamer aspettavano. All'evento Sony PlayStation Experience 2016 è stata annunciata da parte di Naughty Dog la tanto attesa uscita di The Last of Us Part II.


Probabilmente il titolo più venduto al mondo, il videogioco per piattaforma PS4, che anche stavolta vedrà i protagonisti nei panni di Joel ed Ellie, uscirà probabilmente nel 2018. Ma attenzione, non si tratta del capitolo 2 ma del completamento della prima storia. Probabilmente la scelta di inserire " PART II " nel titolo presagisce l'idea che si voglia brandizzare o crearne almeno una trilogia.


Nel link il Teaser Trailer Ufficiale del gioco:


https://www.youtube.com/watch?v=XlGhXNLN7G8


Nei 4 minuti di presentazione, il video si apre con una ripresa del bosco, sottofondo: silenzio assoluto. Già così nella prima manciata di secondi lo scenario è abbastanza inquietante. Macchine arrugginite, case abbandonate e un segnale stradale col simbolo delle luci, l'ansia cresce, ci si aspetta l'arrivo di un clicker da un momento all'altro. Dal bosco si passa al dettaglio di una mano tremolante e insanguinata, ma chi è appassionato di The Last of Us quella mano la riconosce subito. Ci si aspetterebbe un attacco, una scena di guerriglia, e invece la nostra Ellie accorda una chitarra e comincia a intonare una canzone. Dettaglio su un'altra mano insanguinata, (un po' più morta stavolta) ed ecco che camminando su un pavimento rosso e lucido, (no non è marmo) ... arriva impugnando una pistola lui, il re del nuovo mondo: Joel. Dopo aver dato una rapida occhiata in giro, e aver constatato che Ellie si è difesa molto bene le chiede: «What are you doing, kiddo? You think they gonna go throught this?» – Ellie risponde: «I'm gonna find and I'm gonna kill. Every. Less. One of them». Pochissime parole tra i due, che però fanno percepire la nuova natura della ragazza. Non è più l'adolescente spaventata e "dipendente" da Joel, è piuttosto una giovane donna (19enne ormai ) consapevole della propria condizione e che lotta con le unghie e i denti. Sembra quasi non aver più bisogno del suo salvatore, diventato ormai una figura paterna (almeno per come la vede lui), vuoi la condivisione delle esperienze, vuoi la lotta alla sopravvivenza, la fuga o più semplicemente i sensi di colpa; il distacco lo si percepisce chiaramente dallo sguardo cinico e gelido che Ellie gli rivolge durante il dialogo. Tutto ciò ci fa intendere che in Part II, la vera indiscussa protagonista sarà lei.


The Last of Us Part II


La nuova avventura di The Last of Us è ambientata 5 anni dopo la fuga dal Laboratorio delle Luci. Il creative director Neil Druckmann ha precisato che sarà presente un elemento caratterizzante nella narrazione ovvero : L' ODIO, a differenza del primo gioco dove era l'amore che si sviluppava e cresceva tra i due protagonisti, portando Joel a decidere di diventare il padre di quella piccola ragazzina spaventata. Inutile parlare della grafica che è a dir poco eccelsa, il gioco girerà sullo stesso motore grafico del primo capitolo ideato da Naughty Dog opportunamente aggiornato, e, come anticipa Shaun Escayg:«Il gioco vanta l'introduzione di diversi miglioramenti tecnologici, ed è straordinario.»


The Last of Us Part II b


Dopo aver visto il trailer, non c'è molto altro da dire, però se l'attesa è troppo snervante, sappiate che esiste una web serie ispirata a The Last of us, dal titolo What Remains ed è ambientata circa dieci anni prima del videogioco, così, mentre aspettiamo...

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