Giustizia Sportiva, Napoli e Calciomercato: intervista all'agente FIFA Giulio Tedeschi

Sabato, 09 Aprile 2016 06:39
  

La squalifica di 4 giornate ad Higuain sta animando i talk show sportivi nazionali e la tifoseria napoletana. Viene da pensare che ci sia una generale sfiducia nel sistema giudiziario sportivo, secondo te a ragione o a torto?
Il discorso è che al giudice non viene lasciata discrezionalità. Nel processo sportivo il giudice può essere amministrativo o un avvocato o un economista che si presta al mondo dello sport. In ogni caso viene ad essere applicata per analogia la procedura amministrativa, per cui le prove sono solo i cosiddetti incartamenti, e non si può procedere ad alcuna valutazione nel merito, ma ci si deve affidare alla discrezionalità del referto, redatto da arbitri della FIGC che, a differenza di altri tesserati, non hanno altri oneri al di fuori del rispetto delle norme da applicare in campo. Purtroppo è una mala consuetudine di tutti i grandi campionati europei. Deriva da una cultura che vede l'arbitro come un giudice super partes, quindi inappellabile.


Come potrebbe essere migliorato il sistema?
Sarebbe un grande aiuto la moviola in campo: eliminerebbe all'origine tutte le polemiche e diminuirebbe percentualmente queste situazioni.


A proposito di Higuain, gli avvenimenti delle ultime due settimane, porterebbero a pensare a un Gonzalo in uscita dalla società partenopea. Potrebbe esserci un rinnovamento della rosa con il surplus della sua cessione, come avvenne con Cavani, oppure la (scarsa) reputazione internazionale di Sarri è un ostacolo per il mercato?
È sicuramente vero che Sarri non ha la stessa reputazione di Benitez, ma è anche vero che se la società partenopea arrivasse seconda in classifica, con l'accesso diretto alla Champions League, acquisirebbe quell'appeal che invoglierebbe molti giocatori a partecipare al progetto napoletano. È chiaro che il top player non verrebbe perché la guida tecnica non è di quelle accattivanti, a meno di amori particolari per il progetto o per la città. È presumibile pensare che il grande surplus risultante dalla cessione di Higuain verrebbe investito su giocatori giovani, in fase di crescita, come da filosofica societaria per altro, ma che già abbiano mostrato un grande talento.


La squalifica di Higuain ha costretto Sarri a ributtare nella mischia Gabbiadini. Si potrebbe pensare a una sua rivalutazione se fosse ceduto il Pipita?
La mia impressione è che Gabbiadini vada via, a meno che non abbia delle garanzie di maggiore impiego dalla dirigenza e dal settore tecnico, che convincano il suo agente Pagliari e lo stesso giocatore. Ricordiamo che nonostante sia un calciatore di grandissime capacità, che giocherebbe titolare nel 90% delle squadre italiane, non è convocabile all'Europeo proprio a causa dello scarso minutaggio, poco meno di 180 minuti quest'anno.


Ci sarà un enorme giro di panchine quest'estate nei più grandi club europei, che hanno già annunciato budget sontuosi per accontentare i nuovi tecnici. Come può il calcio italiano, in particolare la Juve, addentrarsi in un mercato con questi concorrenti eccellenti?
La causa di questo deficit, l'arretratezza strutturale dei club italiani, è ormai nota. L'unico club con la possibilità di avere degli introiti competitivi è la Juventus, che ha un stadio di proprietà, ma che a livello di budget risulta comunque "ultimo dei migliori". Quello che permette però ad alcuni club italiani di rivaleggiare in Europa è la capacità di fare un mercato differente, basti pensare a Khedira che arriva a zero, o a Pogba che ora si rivenderà probabilmente a 100 milioni. Sarà un mercato fatto non di top players dal costo di svariati milioni, ma di talenti dall'avvenire roseo o di giocatori messi in secondo piano nei grandi club ma dalla affermata abilità ed esperienza, poiché qualsiasi altra operazione di mercato si andrebbe a infrangere contro i grandi club europei che hanno un altro tipo di budget.

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