Dietro le sbarre dell'ignoranza

Giovedì, 12 Marzo 2020 20:08
  

Questo è il quinto giorno di quarantena… sono dietro le sbarre, quelle di casa mia. Non posso uscire, vedere mia nonna, e, dopotutto, è anche giusto sia così: è stata dichiarato lo stato di Pandemia a causa del Corona virus e in un Paese come l’Italia, a causa ai tagli alla sanità degli scorsi anni, non si può gestire quest’orda di malati e panico, senza considerare che oramai i pronto soccorsi sono pieni, per cui se qualcuno ha un infarto è – scusate la volgarità – fottuto!

La verità è che tutti noi ne abbiamo favorita la diffusione senza renderci conto della situazione perché siamo un popolo di egoisti e di certo la stampa non ci ha aiutato, prima generando il panico e scatenando orde di razzismo a causa della popolazione cinese, andando contro il suo stesso interesse – si veda il turismo – e poi sminuendo ciò che loro stessi avevano creato. Di certo, inoltre, non poco gioco va dato in tutta questa situazione all’ignoranza. Questo termine viene spesso inteso in modo errato. Molte persone ritengono che ignoranti siano coloro che non hanno studiato, che appartengono a strati più bassi della popolazione, ma non è così: l’ignorante è colui che ignora, che non ha o, meglio, che non cerca un’apertura mentale. L’intelligenza è apertura mentale, l’ignoranza è chiusura.

C’è questa tendenza a dare per scontate e a pensare che certe locuzioni appartengano solo a determinati individui, ma la verità è che esse appartengono proprio a chi vuole rinchiuderle in precise categorie; a chi non vuole ammettere i propri errori; a chi ha torto e vuole avere ragione; a chi accusa qualcuno delle proprie colpe; a chi di noi non è disposto a rinunciare a nulla anche a scapito degli altri.

Il singolo non vive senza il gruppo e il gruppo non vive senza il sostentamento del singolo, ma la persona ignorante non lo sa: egli vede esclusivamente il suo interesse.

L’Italia è un paese di taboo – del sesso o della vecchiaia – che fanno crescere i nostri figli come amebe che non sono in grado di lottare per ciò che vogliono, anche perché non sanno neanche loro cosa potrebbero raggiungere: un mondo di opportunità che ci scivola tra le mani. Qualcuno di noi sopravvive, qualcun altro muore, altri riescono a vivere, sempre con le dovute precauzioni. Ed ora tutti ci ritroviamo chiusi in casa. Inermi.

Per fortuna, purtroppo, viviamo nell’epoca del world wide web: tour interattivi dei musei, film in streaming, possiamo passare il nostro tempo, ma è un tempo sempre più aleatorio che rende la nostra vita, da un certo punto di vista, ancora più incerta.

Finito questo periodo cosa ne sarà di noi?! Cosa ci aspetta? Il mercato probabilmente subirà una forte crisi, tante persone verranno mandate a casa, tra cui forse anche alcuni genitori, quelli che in buona parte mantengono i figli, gli stessi che non hanno mai imparato a sopravvivere, bloccati in questo limbo di eterna giovinezza nera: droghe, alcool, precarietà e suicidi. Il suicidio non è qualcosa che avviene solo in forma esplicita, ma è qualcosa che ti logora dentro, che ti spinge all’autodistruzione a cercare qualcosa che ti faccia sentire ancora vivo. Ne esistono tante forme e a volte si può diffondere in maniera ancora più virale del Covid-19.

La causa principale di questa epidemia in Italia è stata la mia generazione, gli under 40. Abbiamo sottovalutato il problema e forse ancora non gli diamo il giusto peso, non si può dire se per puro egoismo o solo perché abituati a vivere al limite, con il “male” lì pronto a colpirci. Sappiamo che moriremo, presto, e a volte anche lo speriamo, perché affrontare la vita è troppo impegnativo. Cosa fai quando la tua adolescenza non finisce perché non sei in grado di sostituirti al padre o alla madre, che non svolgono il ruolo di genitori, ma di fratelli? Come fai a sostituirti a qualcuno che è ancora più impaurito di te rispetto alla vita? E se quella che caratterizza la nostra generazione non fosse adolescenza, ma una precoce vecchiaia?

Non possiamo sapere cosa verrà fuori da questa situazione, cosa ne uscirà: un cambiamento di vedute e una maggiore partecipazione come parte di un tutto o il crollo? Ovviamente si spera nella prima opzione. Con queste parole non si vuole affermare che il mondo è spacciato o quantomeno generalizzare –abbiamo tutti un cervello che, nonostante le influenze culturali, ci rende comunque unici – ma solo che questa condizione ha portato tutti i nodi al pettine e mostrato l’incapacità di una generazione vissuta dopo coloro che avevano davvero il mondo a disposizione e che hanno cresciuto noi, i figli unici, persone sole in cerca di dare una spiegazione – o una fine – al loro malessere: per questo è deprimente quando persone che ora hanno superato la così detta mezza età si lamentano sulle nuove generazioni – “questi giovani d’oggi non hanno più rispetto!”, ma questi giovani deve pur averli educati qualcuno.



Link alla foto: https://popcorntv.it/guide/il-giardino-delle-vergini-suicide-cast-e-personaggi/30661

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