4 ottobre social blackout: cause e riflessioni

Venerdì, 08 Ottobre 2021 14:03
  

Nel pomeriggio del 4 ottobre le piattaforme social di Mark Zuckerberg sono andate in down per più di sei ore. Il problema è stato riscontrato in tutto il mondo e, sebbene non sia la prima volta che accade, mai un disservizio era stato così prolungato. Il problema ha iniziato a manifestarsi poco prima delle 18 e in pochi minuti gli utenti sono andati nel panico. Dopo poco più di 24 ore dal blackout simultaneo di Facebook, WhatsApp e Instagram, Mark Zuckerberg spiega che quanto accaduto non è dovuto a nessun attacco hacker e a nessun guasto. Secondo il vicepresidente delle infrastrutture Santosh Janardhan, a creare problemi sulle piattaforme è stata la combinazione di un errore umano e di un bug del meccanismo di controllo.


Questa interruzione è stata causata dal sistema che gestisce la capacità della nostra rete globale (backbone). Si tratta della rete che Facebook usa per connettere le sue strutture informatiche, formate da chilometri di cavi in fibra ottica che attraversano il mondo e collegano tutti i suoi data center. L'azienda dichiara che la causa di questo malfunzionamento è stato un errore umano; nel lavoro quotidiano di questa infrastruttura, gli ingegneri hanno spesso bisogno di mettere parte della dorsale offline per la manutenzione. Durante uno di questi lavori ordinari, è stato inserito un comando per testare la backbone globale che ha involontariamente interrotto tutte le connessioni. Altro imprevisto è stato un bug negli strumenti di controllo, che ha impedito di interrompere il comando errato. Da lì si sono verificati ulteriori problemi relativi al DNS (che traduce gli indirizzi IP in siti web) e al Border Gateway Protocol (che connette tra loro più router di sistemi autonomi distinti).


In seguito a questo blackout, molti esperti hanno reso evidente che il down dei social rivela molteplici fragilità: la loro fragilità intrinseca, quella dei sistemi di Internet ma soprattutto la nostra fragilità in relazione a loro cioè la nostra dipendenza da questi strumenti. Quanti realmente sarebbero capaci di rinunciare per un po' ai social network? La risposta si è avuta lo scorso lunedì quando per la temporanea assenza di determinati social, milioni di utenti si sono iscritti su Telegram, Twitter e altre piattaforme per poter continuare a chattare.

 

I ricercatori hanno notato che pochissime persone riuscirebbero a vivere senza social, per molti altri farne a meno vorrebbe dire andare incontro a crisi di astinenza, noia, depressione e paura di essere emarginati. Non tutti sanno gestire l'ossessione di controllare la vita degli altri o dover condividere la propria tramite foto, audio, video e messaggi. È grave che per sole 6 ore di down dei social, molti si siano sentiti spaesati e abbiano ritenuto non ci fosse nessun'altra alternativa valida per trascorrere il tempo da soli o in compagnia. Eliminare queste piattaforme è ormai impossibile e controproducente ma, senza dubbio, sarebbe utile usare le app con maggior moderazione e autocontrollo. Il blackout a livello globale ha determinato una grande perdita economica, ma ha aperto una riflessione sul fatto che ognuno di noi dovrebbe ben calibrare il tempo che decide di passare sui social, per evitarne la dipendenza.

 

 

 

 

 

Link all'immagine originale: https://www.libarts.colostate.edu/magazine/wp-content/uploads/sites/28/2019/04/iPhone-with-collection-of-social-media-apps.jpg

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