Quello che si è consumato la scorsa settimana nella provincia nord di Napoli ha tutte le carte in regola per essere definito come un “disastro telefonico”. Non preoccupatevi, non si tratta di un attentato al potere, ma di un grave disservizio che ha colpito le reti telefoniche dei comuni di Marano, Qualiano, Chiaiano, Giugliano e probabilmente, di altri paesi della provincia. Per otto giorni, “squadre speciali” di tecnici Telecom sono state impegnate in lunghe e faticose operazioni di ripristino dei cavi telefonici, ricorrendo a straordinari e a interventi fuori zona di competenza. Secondo le fonti ufficiali a creare il disservizio sarebbe stato un vandalo. Quest’ultimo avrebbe aperto gli armadi di zona per la distribuzione di linea telefonica per poi recidervi i cavi. Uno scherzo che deve essere costato ai vari gestori un bel po’ di soldi. Infatti, se pensiamo a sommare i costi di ripristino dei servizi più gli straordinari dei tecnici, e se aggiungiamo le migliaia di richieste di risarcimento compiute dall’utenza, rimasta per oltre settantadue ore senza linea (termine superato il quale è possibile chiedere il risarcimento dei danni), la somma dovrebbe raggiungere vette vertiginose.
Alcuni aspetti della vicenda però non sono del tutto chiari. Perché colpire proprio gli armadi Telecom? A rigore di logica, se fosse tutta opera di un vandalo, il danno sarebbe diverso. Mi spiego: queste cabine non presentavano segni di forzatura e i cavetti non sembravano esser stati strappati, bensì erano recisi con un taglio netto. Lo stesso genere di taglio che farebbe una forbice da elettricista. Ora se fossi uno squilibrato, non andrei troppo per il sottile: prenderei l’armadio a bastonate o semplicemente gli darei fuoco. Quanto è accaduto, deve essere stato un atto doloso compiuto da un addetto ai lavori.
A confermare questa mia tesi è la testimonianza di due tecnici, che per ovvi motivi resteranno anonimi.
“Secondo me non si tratta di un vandalo –spiega il dipendente Telecom -, questa è opera di qualche tecnico che ha perso il lavoro. Dovete sapere che da un po’ di tempo le grandi aziende di telefonia, per abbattere i costi degli interventi tecnici si avvalgono di altre aziende in subappalto. Questo ha comportato un notevole risparmio dei costi di manodopera, ma allo stesso tempo ha creato numerosi disordini interni. Infatti, molti dipendenti sono finiti in cassa integrale, altri addirittura hanno perso il lavoro. Ora, con l’aumento della pressione fiscale e la forte crisi economica, perdere il lavoro è un dramma, ed ecco che si finisce a compiere atti di protesta come questo”.
Quanto è stato detto, resta un’ipotesi. Né tantomeno possiamo essere a conoscenza della politica interna di questi colossi della telefonia. Fatto sta che la linea telefonica, a fatica, è stata ripristinata. Le forze dell’ordine sono state allertate circa l’accaduto e noi utenti ci siamo resi conto, ancora una volta, di quanto siamo vulnerabili.