Gli equilibri mondiali devastati dalla guerra: Uno sguardo sul 2016.

Giovedì, 29 Dicembre 2016 11:23
  

È tradizione stilare un bilancio dell'anno trascorso, quando esso si avvicina al suo epilogo. A differenza del bilancio delle banche, il nostro sarà un po' più impreciso, meno rigido, ma vissuto. Attività e passività verranno sostituite con ciò che abbiamo guadagnato e ciò che abbiamo perso. A primo impatto, se si provasse a descrivere il 2016 con un aggettivo, l'indecisione cadrebbe su: tragico o straziante. Sì, è inevitabile non mettere al centro della nostra analisi la guerra che sta devastando il mondo e che ha portato il terrore sin dentro le nostre case. Per farsi un’idea è interessante leggere l’ultimo rapporto dell’Isw, l’Istituto americano per lo studio della guerra, che racconta le strategie del “Califfato virtuale” partendo dalle nuove forme di reclutamento dello Stato Islamico. Si cerca tra chi clicca parole come “jihad”, la guerra santa contro gli infedeli. Il termine “jihad” deriva dalla radice araba J-H-D, e può essere tradotto come “sforzo”. Sforzo inteso in due modi: come necessario a raggiungere un obiettivo e come riferimento all'impegno interiore e materiale per la causa di Dio.
La burocrazia centrale dell’Isis sta riuscendo a intercettare questo tipo di persone attraverso raffinati meccanismi telematici e a indirizzarli verso obiettivi precisi e decisi a monte. Un occhio che controlla tutti e tutto compresa l'Europa, considerata dai più intoccabile.
Il 22 Marzo 2016 un duplice attacco rivendicato dall'Isis colpisce Bruxelles. Due esplosioni si verificano presso l'aeroporto di Zaventem, mentre un'altra ha luogo presso la fermata della metropolitana di Maalbek. Nell'attentato rimangono uccise 32 persone oltre a tre degli attentatori. Il 28 Marzo, la Domenica in cui i cattolici celebrano la Pasqua, i talebani colpiscono la folla radunatasi in un parco a Lahore, in Pakistan, dove uccidono 72 persone con un attentato suicida. Il 12 giugno Omar Mateen, un cittadino statunitense di origini afghane, apre il fuoco all'interno del locale gay Pulse di Orlando, in Florida, causando la morte di 50 persone. Non è chiaro quali fossero le motivazioni dell'attentatore, che sembrava avesse simpatia per l'estremismo islamico. Il 28 Giugno alcuni uomini si fanno esplodere presso l'aeroporto Ataturk di Istanbul, causando la morte di altre 48 persone. Il governo turco accusa l'Isis di essere responsabile dell'attentato, ma non arrivano rivendicazioni. Il 1 Luglio un commando di terroristi legati all'Isis fa irruzione presso il locale Holey Arisan Bakery, a Dacca in Bangladesh, uccidendo 24 persone tra cui 9 italiani. Gli autori dell'attacco vengono uccisi dalla polizia. Il 3 Luglio circa 341 persone vengono uccise in una serie di attacchi compiuti dall'Isis nel quartiere sciita di Karrada, a Baghdad, e in altre zone della capitale irachena. Il 14 Luglio un uomo a bordo di un grosso camion in preda alla follia percorre a tutta velocità il lungomare di Nizza dove migliaia di persone sono radunate per assistere ai fuochi d'artificio per la festa nazionale francese, uccidendone 86 prima di essere a sua volta ucciso. Nei giorni successivi, l'Isis rende noto di aver ispirato l'attacco. Il giorno seguente, il 15 Luglio, alcuni militari bloccano i ponti sul Bosforo, a Istanbul, mentre alcuni jet sorvolano a bassa quota la città e la capitale turca, Ankara. Il primo ministro turco, Binali Yildirim, annuncia che è in corso un tentativo di colpo di stato, al quale le forze di sicurezza rispondono, riportando l'ordine nel paese. Il sangue non si ferma: il 18 Luglio un 17enne afghano richiedente asilo in Germania fa irruzione su un treno a Wurzburg armato di un'accetta, ferendo cinque persone prima di essere ucciso. Nei giorni successivi l'Isis rende noto che si trattava di un suo sostenitore. Il 24 Luglio un richiedente asilo siriano si fa esplodere all'ingresso di un festival musicale ad Ansbach, in Germania, dopo che gli viene rifiutato l'ingresso. In seguito all'esplosione rimangono ferite 15 persone. Poco dopo l'Isis rende noto che l'attentatore aveva giurato loro fedeltà. Il 7 Dicembre l'esercito siriano, fedele al presidente Bashar al-Assad, entra nella città vecchia di Aleppo, al centro dei combattimenti dal 2012 ed il 12 Dicembre scorso l'Isis riprende il controllo della città siriana di Palmira.
Il 19 Dicembre scorso un uomo si lancia alla guida di un camion contro un mercatino di Natale a Berlino, uccidendo 12 persone e ferendone oltre 40. La polizia tedesca ha identificato nel tunisino Anis Amri l'autore dell'attacco. Verrà poi ucciso nella notte del 22 Dicembre a Milano dalla polizia durante un controllo.

Questi gli eventi che hanno scandito purtroppo quasi ogni attimo di quest'anno, che hanno bloccato i nostri occhi davanti alle immagini ora di quel camion impazzito che senza ragione alcuna ha distrutto vite e famiglie e ora davanti a quelle di paesi interi rasi al suolo dalle bombe e dall'odio umano. I nostri occhi davanti ad uno schermo, impauriti e consapevoli che le pareti delle nostre case non sono più indistruttibili,come abbiamo sempre creduto, ma fatte di cartone. Poi ci sono gli occhi che si nascondo tra le storie di muri e barriere, occhi di famiglie distrutte, di diritti mai conosciuti, di violenza, di privazione, di dolore, ma che in fondo conservano un briciolo di speranza. Mettere a rischio la propria vita pur di arrivare in Europa avendone solo una vaga idea, forse sbagliata. Un paese che non sembra un paese, un misto tra accoglienza ed esodo. Un paese che sta perdendo la propria identità, come una piramide di carta che resiste a stento alle forti folate di vento. Vento tagliente che ha creato numerose ferite, molte delle quali indelebili. Il 25 Gennaio scompare Giulio Regeni, ricercatore italiano; il suo corpo senza vita viene ritrovato il 3 Febbraio ai bordi di una strada del Cairo. La sua morte ha spezzato il sogno di tanti giovani ricercatori e giovani italiani ed ha creato una crisi diplomatica tra Italia ed Egitto.
Il 12 Luglio restano uccise 23 persone nello scontro tra due treni sulla linea ferroviaria tra Andria e Corato, in Puglia. Il 24 Agosto un sisma di magnitudo 6.0 colpisce la città di Amatrice, in provincia di Rieti, causando la morte di 247 persone, 200 delle quali solo nel paese vicino all'epicentro. Ferite che hanno messo a dura prova il governo italiano e la sua credibilità. La verosimiglianza dei progetti e delle parole del governo è a dir poco discutibile, ne abbiamo avuto prova durante tutta la campagna per il Sì ed il No del referendum costituzionale del 4 Dicembre. Una lotta a colpi di coltello incentrata sui partiti politici, sulla figura di Matteo Renzi e sulle sue possibili dimissioni, introducendo durante la propaganda argomenti pressoché fuori contesto e non idonei per la conoscenza del quesito. Altro evento importantissimo quindi la vittoria del No al referendum, che ha lasciato ben salde le disposizioni della costituzione, ha portato all'uscita di scena del premier e alla nascita del governo Gentiloni. Contemporaneamente sul versante europeo abbiamo assistito il 23 Giugno al referendum sulla Brexit: il 52 per cento degli elettori britannici ha votato per l'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea. David Cameron si è dimesso immediatamente da primo ministro.
Sul versante statunitense sconvolgente vittoria del miliardario repubblicano Donald Trump alle presidenziali, che batte a sorpresa Hillary Clinton e crea sgomento in tutto il mondo, data la sua turbolenta campagna elettorale. Un filo sottile che lega gli avvenimenti in Gran Bretagna e in America: bisogno di cambiamento. Un cambiamento drastico, criticato, ma voluto. Voluto dalle paure del ventunesimo secolo e dai possibili spettri di un mosaico tra popolazione autoctona e stranieri. In Italia la classe politica non riesce ad instaurare un rapporto fiduciario con i cittadini, è divisa sull'accoglienza migranti e vive nello scialo. Tra scandali, arresti e sotterfugi la politica si allontana sempre più dai salotti degli italiani. Un anno che ha visto per mesi e mesi il tema delle trivelle sulle prime pagine dei quotidiani, ma che purtroppo non ha trovato realizzazione concreta nel referendum del 17 Aprile.
Di grande valore e motivo di orgoglio è stata invece l'ufficializzazione, l'11 Maggio, del DDL Cirinnà, che prevede l'introduzione in Italia delle unioni civili tra persone dello stesso sesso. Un altro ostacolo superato e un'espressione del diritto alla felicità realizzata. Diritto alla felicità che non è previsto dalla legge espressamente, ma dalla lettura dei principi costituzionali si desume che la salute, il lavoro, la famiglia, una vita dignitosa possano creare dei piccoli sentieri per la felicità. La felicità che per tantissime popolazioni è sinonimo di pace, serenità, stop alla guerra e alle stragi. Sì ad un'infanzia giusta, sì all'accoglienza, sì all'abbattimento delle barriere, sì alla solidarietà e alle mani strette, sì ai paesi uniti, sì al futuro dei giovani. Quest'anno è stato tutto ciò che un genitore non racconterebbe ad un figlio, tutto ciò che non si legge sui libri delle favole e che non si dovrebbe leggere sui titoli di un giornale. È stato un anno di perdite di vite innocenti, di ragazzi italiani emigrati all'estero, di ragazzi stranieri che non sono stati accolti o che non sono nemmeno giunti vicino le nostre coste, di città fantasma e di esasperazione. I nostri occhi di speranza guardano ad un domani di pace, sapendo che costruire la pace, fare la pace è cosa difficile oggigiorno tra i governi dei paesi dominati da becere logiche economiche.
La cosa più facile che diventa difficile, incredibile. I colori della pace che disegnavamo sui fogli cartonati alle scuole elementari, oggi oscurati da coltelli e bambini kamikaze, erano forti ed indimenticabili. L'immagine di tante mani che si stringono attorno al mappamondo è l'immagine del futuro che vogliamo vedere, una grande bandiera dell'arcobaleno che invade il mondo: simbolo di unione e di armonia.

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Giulia Compagnone

Nata a Napoli,frequenta la facoltà di giurisprudenza. Da sempre innamorata della sua meravigliosa città, nonostante i suoi difetti e le sue contraddizioni. Ogni giorno cerca di impegnarsi , di lottare per lei, attraverso azioni pratiche e attraverso la sua scrittura. Non finisce mai di stupirsi di quanto possa dare questa città, malgrado sia un vero e proprio paradiso abitato da diavoli.Ama la cultura e tutto ciò che è legato ad essa ,ha uno spiccato senso civico ed è appassionata di musica e di danza.

Le due sue citazioni preferite sono:" raccontare le cose come stanno vuol dire non subirle" di Roberto Saviano e " vi sono momenti nella vita in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo. Un dovere civile, una sfida morale,un imperativo categorico al quale non ci si può sottrarre" di Oriana Fallaci.

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